Breaking Bad è sopravvalutato?

by Alessandro
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Breaking Bad è sopravvalutato?

Il titolo è provocatorio. Il fatto che abbia finito ieri questa serie andata in onda dal 2008 al 2013 altrettanto. Quel che mi sono chiesto tuttavia, alla fine del film su Jesse Pinkman, ovvero El Camino (2019), è se la serie tv di Vince Gilligan sia a tratti sopravvalutata, nonostante gli oltre 50 riconoscimenti vinti negli anni. Ecco a voi la risposta!

 

Le premesse

Vince Gilligan aveva già in mente il progetto di far nascere un protagonista in fase discendente, un eroe che diventasse villain.

«La televisione è storicamente brava a tenere i suoi personaggi in una stasi autoimposta in modo che gli spettacoli possano andare avanti per anni o addirittura decenni. Quando ho capito questo, il passo logico successivo è stato quello di pensare a come poter fare una serie in cui l’impulso fondamentale sia verso il cambiamento»

Breaking Bad racconta di Walter White, un’indifesa farfallina frustrata e accecata da un senso di rabbia repressa nei confronti della vita che è stata tanto sfortunata e avversa. Vede nella metanfetamina una possibilità di riscatto, promettendosi a più riprese di non diventare carnefice di nessuno. Saranno poi il contatto con la realtà dei fatti e il rapporto in declino con la moglie e il resto della famiglia a ridurre all’osso la morale di Heisenberg, uniti alla nuova insurrezione del cancro ai polmoni. Walt passa da essere pieno di responsabilità verso tutti a non averne quasi verso se stesso. Il che lo rende una specie di mostro che segue una morale dettata da se stesso.

Di qui anche l’espressione che dà il titolo alla serie. Breaking Bad significa “fare il diavolo a quattro”. Intraprendere un cammino eticamente sbagliato e perdere la retta via. In questo senso le cinque stagioni totali risultano strettamente necessarie alla causa.

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Si ma a volte che palle…

Tutti a turno lo abbiamo pensato. Breaking Bad presenta continui rallentamenti che possono averci fatto credere che fossero frutto di una scarsità di idee. Quel che magari un po’ tutti pensano dell’episodio 3×10, “Caccia grossa”. Per gli amici quello della mosca. Sebbene effettivamente quell’episodio può risultare snervante, la componente simbolica che emerge maggiormente ad una seconda visione, una volta ultimata la serie, è molto interessante. La mosca non è altro che Walt, costretto per sua scelta a sguazzare nella merda. Inoltre la situazione kafkiana di Aldo…ehm…Walt lo induce ad essere sempre più simile a Gregor, il protagonista dello scrittore delle Metamorfosi.

Walter, come Gregor, vive in una ripugnante condizione di degrado interiore. Come il protagonista del romanzo che comincia a provare gusto nel nutrirsi di escrementi e cibo in decomposizione, così Walter White si trova sempre più a suo agio nel letamaio in cui egli vive, pronto ad abbracciare una volta per tutte il lato oscuro. Pronto ad abbracciare Heisenberg.

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La praticità 

L’ulteriore punto di forza di Breaking Bad è la praticità delle tematiche affrontate. In Breaking Bad non ci sono chissà che spiegoni, non ci sono voli e sparatorie alla Fast and Furious. Tutto è dannatamente concreto ed umano. Il progressivo cambiamento di tutti i personaggi della famiglia White è pregno di debolezze umane nonché fortemente plausibile. Interessante è anche l’incrocio tra i protagonisti, Walt e Jesse che di fatto percorrono la stessa via ma in direzioni inverse.

Walt diventa un mostro, Jesse lo nasconde nell’armadio.

Inoltre ogni singolo personaggio è curato in modo maniacale e diventa intrigante anche se lo odiamo. E se si, perché proprio la moglie e il figlio di Walt?

Scherzi a parte la vera forza della serie sono i personaggi secondari densi di personalità. Hank, agente della DEA testardo e senza scrupoli, Saul, pittoresco avvocato del quale prima o poi comincerò la serie (se ti interessa leggere qualcosa a riguardo, clicca qui), ma soprattutto Gustavo Fring. Indomabile assassino dalla copertura insospettabile, viene interpretato da Giancarlo Esposito, dalle evidenti origini…celtiche…

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E quindi?

E quindi guai a chi dice che è sopravvalutata una serie la cui sigla contiene la formula grezza della metanfetamina. Una serie la cui veridicità chimica è stata sottoposta al controllo di una docente di chimica organica dell’Università dell’Oklahoma, alla quale chissà qualche tentazione sarà venuta!

Una serie in grado di spostarci a favore della criminalità con così tanta convinzione non potrà mai essere sopravvalutata!

L’intera serie è distribuita su Netflix, ecco il link per recuperarla!

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