Logan (2017): il crepuscolo dei supereroi

by Aaron
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In un futuro non troppo lontano in cui i mutanti sembrano ormai scomparsi, un Wolverine invecchiato si prende cura del suo amico Xavier. Ma l’arrivo di una bambina dalle doti particolari sconvolgerà la sua vita.

Dopo 17 anni e 9 film è venuto ormai il momento per Hugh Jackman di abbandonare il personaggio che l’ha reso celebre in tutto il mondo, Wolverine. Lo fa nel migliore dei modi, con un film che riesce a regalarci forse la sua migliore interpretazione del noto membro artigliato degli X-Men.

Sporco, sanguinoso, crudo e violento, questo Logan di James Mangold (che aveva già diretto Hugh Jackman in Wolverine – L’immortale e Kate & Leopold) è l’antitesi dei film degli X-Men fatti fino ad ora, quasi un incrocio tra la nuova strada imbarcata da Deadpool e i western crepuscolari degli anni ’70. In effetti se volessimo fare un paragone, più che agli altri film Marvel si potrebbe guardare a Sentieri selvaggi, o ai film di Peckinpah e Hill. Per carità non vogliamo perderci in paragoni illustri, ma è molto probabile che l’ispirazione sia stata presa da lì, ovvero da una fase in cui il western si evolveva in qualcosa di più contemporaneo.

Logan quindi comprende la situazione dei cinecomic attuale, dominata dallo stile dei kolossal leggeri Marvel/Disney a cui si contrappone la DC/Warner che non riesce ad azzeccarne una giusta dopo il periodo d’oro dei Batman nolaniani. La Fox dalla sua ha avuto solo gli X-Men (sui Fantastic 4 stendiamo un velo pietoso) ed è su questa saga che ha continuato a sperimentare ed evolversi.

Logan non vuole essere un film adatto a tutti, non siamo neppure certi che piacerà a tutti i fan del mitico Wolverine. È un film rabbioso che rappresenta tutto quello che non avremmo voluto veder succedere agli X-Men. È questo e altro. È un film sulla solitudine e la redenzione, sull’amicizia e sulla famiglia (in tutte le sue forme).

Logan (2017): il crepuscolo dei supereroi 3

L’atto finale di Wolverine ci regala delle intepretazioni favolose sia di Hugh Jackman (che porta all’estremo la sofferenza del suo personaggio), ma soprattutto di Patrick Stewart (che ci piacerebbe vedere almeno nominato ad un Golden Globe o ad un Oscar il prossimo anno), commovente nei panni di uno Xavier anziano e indebolito. Si aggiungono l’ottima performance di Stephen Merchant/Caliban, i villains Boyd Holbrook/Pierce e Richard E. Grant/Dr. Rice e al suo debutto la silenziosa Dafne Keen/Laura.

Superando i momenti di estrema violenza, Logan è un film che si fa apprezzare molto. Un po’ per il tentativo di cambiare le carte in tavola, un po’ per la delicatezza con cui tratta due personaggi iconici alla loro ultima comparsa sul grande schermo. L’aspetto negativo del film è di non concedere troppe spiegazioni. Ci è rivelato davvero poco di ciò che è successo negli anni passati, forse troppo poco per accettare appieno lo stato delle cose.

PS: non c’è alcuna scena post-credits, ma vale la pena di vedere almeno metà dei titoli di coda per lasciarsi affascinare dalla meravigliosa The Man Comes Around di Johnny Cash.

Voto: 7,5

Titolo italiano: Logan

Totale
7.5/10
7.5/10
  • Trama - 7.5/10
    7.5/10
  • Realizzazione - 7.5/10
    7.5/10
  • Impatto - 7.5/10
    7.5/10

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