È stata la mano di Dio (2021): il suono del silenzio

by Lorenzo S
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È stata la mano di Dio, nuovo film di Paolo Sorrentino, è stato presentato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il Leone d’Argento – Gran premio della giuria. In uscita su Netflix il 15 dicembre e con un’uscita nelle sale in distribuzione limitata.

La trama di È stata la mano di Dio

È stata la mano di Dio è il film più personale nella carriera di Paolo Sorrentino. Ripercorrendo alcuni eventi della sua adolescenza, Sorrentino racconta la storia del giovane Fabietto Schisa (Filippo Scotti, vincitore del premio Marcello Mastroianni a Venezia), che si ritrova a confrontarsi con un drammatico evento che sconvolge la sua vita e dopo il quale dovrà trovare la forza di guardare avanti.

Il film

È stata la mano di Dio è un film insolito nella carriera di Paolo Sorrentino. Il regista di Le conseguenze dell’amore, La grande bellezza e The Young Pope – per citare solo alcuni dei suoi lavori – tiene a freno alcuni dei tratti più caratteristici del suo cinema, offrendo un’opera inedita e inaspettata.

In realtà, i tòpoi del cinema sorrentiniano ci sono tutti. La regia virtuosistica, l’ostentazione del grottesco, fino al tono ieratico che accompagna il racconto. La differenza con gli altri film, è che qui questi aspetti passano in secondo piano, non sono centrali nella narrazione. È stata la mano di Dio è un film che segue una linea più realista (anche se sempre filtrata dalla lente di Sorrentino), più intima e commovente. Sembrerà scontato sottolinearlo, considerando che la vicenda raccontata è autobiografica.

Tuttavia colpisce vedere un autore come Sorrentino aprirsi così tanto davanti alla macchina da presa, condurre lo spettatore nel suo mondo e renderlo partecipe di quella che è la sua storia.

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E nel raccontare il proprio vissuto personale, con riferimenti a Fellini e vibes da Chiamami col tuo nome, Sorrentino scrive e dirige un film che in realtà è universale, perché racconta qualcosa che riguarda tutti noi: il tentativo di guardare avanti, di trovare in noi la forza per superare i momenti più duri.

Così come Almodóvar scelse Penélope Cruz per interpretare sua madre in Dolor y Gloria, così Sorrentino sceglie l’attore che l’ha accompagnato in ogni suo film perché dia corpo e voce a suo padre. Toni Servillo è – insieme a Teresa Saponangelo, che interpreta invece la madre di Fabietto – una delle cose migliori del film, tanto da essere il reale protagonista della prima metà, quella forse più compatta e meglio riuscita, anche se alla fine è la seconda parte del film, quella più inattesa e intima, a restare più impressa.

C’è un’altra differenza poi con gli altri lavori del regista Premio Oscar: la musica.

Se nelle altre opere di Sorrentino la musica aveva sempre un ruolo centrale, con i brani di repertorio che contribuivano alla creazione dell’immaginario messo in scena, qui la musica ha un valore molto più profondo. Per la maggior parte del tempo la musica è assente, ad accompagnare le scene è solo il silenzio.

Una colonna sonora fatta di silenzi

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L’inquadratura iniziale è una dichiarazione d’intenti, in tal senso. Una panoramica lunga, lenta, che ci presenta Napoli e lavora con le immagini, i colori e il silenzio. Un’inquadratura molto simile tornerà verso la fine, in occasione dell’incontro tra il protagonista e il regista Antonio Capuano (un apprezzabile anacronismo, per il mentore artistico del regista), in quello che è il climax del film.

Il silenzio accompagna anche le scene più drammatiche, laddove si sarebbe potuto scegliere un accompagnamento sonoro che sottolineasse il tono grave della situazione; Sorrentino sceglie invece di togliere qualsiasi interferenza sonora. È il silenzio a farla da padrone, l’assenza di suono che è anche il vuoto che prova Fabietto.

Non è un caso, quindi, che nonostante Fabietto giri sempre con un walkman, noi non sentiamo mai quello che ascolta, fino al finale, quando è invece la musica a dominare insieme alle immagini.

Consigliato a...

Chi ama il cinema di Sorrentino e le opere dove gli autori raccontano se stessi…

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Cosa dice la critica

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7,7

È stata la mano di Dio (2021)
È stata la mano di Dio (2021): il suono del silenzio 6

Titolo italiano: È stata la mano di Dio

Trama: Ripercorrendo alcuni eventi della sua adolescenza, Sorrentino racconta la storia del giovane Fabietto Schisa, che si ritrova a confrontarsi con un drammatico evento che sconvolge la sua vita, e dopo il quale dovrà trovare la forza di guardare avanti.

Data di uscita: November 24, 2021

Paese: Italia

Durata: 130 min.

Regia: Paolo Sorrentino

Attori: Filippo Scotti, Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo, Renato Carpentieri, Betti Pedrazzi

Genere: Drammatico, Commedia

Totale
9.2/10
9.2/10
  • Trama - 9/10
    9/10
  • Realizzazione - 9.5/10
    9.5/10
  • Impatto - 9/10
    9/10

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