Tutto ciò che volevo dirvi su Woody Allen, in spiccioli

by Max
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Chi è, cos’è e soprattutto cosa vuole (ancora) Woody Allen?
Rispondiamo subito all’ultima domanda: il buon ottantenne newyorchese ama raccontare storie.. le sue storie, e quali altre altrimenti?
A differenza di molti registi, Allen sa scrivere e scrive esclusivamente ciò che li piace ed interessa, per questa ragione può piacere o non piacere non tanto per i film che fa, ma per quello che dice.
Perché Woody, in ogni suo film, rimane sempre quel goffo e buffo personaggio che, in “Io e Annie”, sbucava improvvisamente di fronte allo schermo (con quell’improponibile sfondo color senape a rompere la quarta parete) per dire la sua, un po’ per presentare lo show ed un po’ per giustificasi, giustificare se stesso.

Woody Allen continua a scusarsi attraverso ogni suo film.. e noi lo perdoniamo volentieri

Lunghi discorsi filosofici sul senso della vita, chimerici viaggi negli anni ’30, relazioni improbabili, scontri con l’altro e con se stessi, l’incapacità di comprendere ma la volontà di spiegare l’ignoto. Questo è il contenuto delle sue storie. In tutte queste c’è Woody. Non si può scrivere di lui perché già lui scrive di noi. Di noi tutti.

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I due grandi temi di Allen sono: il senso della vita (con tanto di Dio annesso) ed il suo antidoto, l’amore.
Entrambi vengono utilizzati in ogni suo film, senza un ordine ne un valore preciso, vengono lanciati nella mischia e chi vivrà vedrà. Troviamo infiniti protagonisti, alter ego, personaggi minori e addirittura immaginari alle prese con questi temi in-risolvibili.

Spesso si ha la sensazione che Woody giri sempre lo stesso film, ma con un finale diverso

Vengono in mente il personaggio di Boris Grushenko che in “Amore e Guerra” è un giovane russo con la missione di uccidere Napoleone, ma allo stesso tempo tira in ballo questioni morali (come può un omicidio risultare utile per l’umanità? anche se si tratta di uccidere Napoleone?) e poi è innamorato della cugina Sonja.. e chissenefrega del mondo no?

E l’irresistibile Alvy di “Annie Hall” talmente turbato dall’aver perso Annie (la deliziosa Diane Keaton) dal crearsi un documentario mentale alla ricerca dei responsabili della rottura, dal suo pessimismo cosmico alla cavalcante ricerca del noi.

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Magnifico anche il personaggio Boris Yellnikoff (interpretato da un superlativo Larry David) in “Basta che funzioni”, cinico ed irresistibile genio che se la prende con il mondo (e pure con gli stessi spettatori) perché incompreso, e poi si innamora di una giovane donna e passa tutto..

Potremmo andare avanti all’infinito. C’è sempre un alter ego con il quale Woody si identifica, ma non siamo costretti a farlo anche noi, molti sono infatti i ruoli aperti, lasciati lì come per gioco, per essere da noi utilizzati.

Basti pensare al Jeff Daniels in “La rosa purpurea del Cairo” che letteralmente “esce dallo schermo” per vivere in una fantasia che però per noi è la realtà! Che cos’è la finzione e che cos’è la realtà? Altro tema ricorrente in Allen e che possiamo facilmente unire al senso della vita e anche all’amore.

Insomma, nonostante tutti i tentativi, i paradossi e le ciniche battute di Woody Allen, l’amore a parer mio rimane la chiave delle sue innumerevoli (dis)avventure. Il cinismo ed il nichilismo a lui così cari agli inizi e la sottile ironia e la malinconia degli ultimi anni non ne oscurano l’importanza. Neppure tutte le volte che beffandosene dei suoi rapporti personali ha dichiarato di “non credere nell’amore”.

“Il senso della vita sta all’amore come l’amore sta al senso della vita”

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“Uno va da uno psichiatra e dice: «Dottore mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina». Il dottore gli dice: «Perché non lo interna?». E quello risponde: «E a me poi le uova chi me le fa?». Immagino che corrisponda a quello che penso dei rapporti uomo-donna… e cioè che sono assolutamente irrazionali, pazzi e assurdi, ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova.”
(Alvy in Annie Hall)

Probabilmente è vero. Allen non crede nell’amore tradizionale (c’è qualcosa di tradizionale nell’Allen regista, attore, uomo?), nell’amore platonico che spesso deride, forse neppure nell’amore eterno, senz’altro non nell’amore a lieto fine. Ma da bravo giullare sa nascondere a modo suo la verità, che tuttavia traspare in maniera evidente in diversi suoi lavori. L’amore è un sentimento complesso, così come lo è la vita, ciononostante sarebbe da folli non indagare per comprenderne il significato.

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Consigli di visione:
Film da copertina: Io e Annie
Film da vedere: Amore e Guerra
Film da amare: Provaci ancora Sam (non in regia ma attore)
Un film diverso: Ombre e nebbia
Un film moderno: Irrational man
Un film brutto: Match Point

Fonti e bibliografia consigliata:
Tutto quello che Socrate direbbe a Woody Allen, Juan Antonio Rivera, Saggi Frasinetti, 2005.
Woody Allen. Conversazioni su di me e tutto il resto, Eric Lax e Woody Allen, Bompiani, 2010.
Woody Allen. Guida a un uso responsabile, Stefano Brenna, Book Time, 2011.
Woody Allen a Documentary, Robert B. Weide, 2012.

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