Basta dare un’occhiata ai commenti che circolano in rete e subito ci si rende conto di come il fandom di Bud Spencer e Terence Hill non l’abbia presa proprio benissimo quando Christian De Sica ha annunciato il reboot di Altrimenti ci arrabbiamo.
I post pubblicati sull’argomento oscillano perlopiù da una profonda indignazione…
…allo sconcerto più totale:
Per leggerne altri basta dare uno sguardo a cosa viene scritto sotto i post ufficiali della Lucky Red – la casa di distribuzione del film – o in un gruppo Facebook qualsiasi dedicato allo storico duo. Ma la domanda che qui mi preme indagare è: perchè tutto questo odio nei confronti di un film di cui non si sa nulla, se non qualche nome del cast e appena un abbozzo di sinossi?
Primo motivo d'odio per il reboot di Altrimenti ci arrabbiamo
A mio avviso il primo errore, evitabilissimo, è stato commesso da chi ha ideato il malsano lancio promozionale del film e ha pensato di far annunciare il reboot di Altrimenti ci arrabbiamo! proprio a De Sica. Il risultato? Condannare chiunque ad associare il remake al suo nome.
L’associazione risulta dannosa per il semplice fatto che De Sica viene prima di tutto collegato a qualcosa d’altro, e cioè al cinepanettone e all’umorismo volgare che caratterizza questo genere cinematografico: doppi sensi a sfondo sessuale, parolacce, scorreggione rumorose rilasciate praticamente ovunque e via dicendo. Modo di far ironia che, senza voler giudicare, è comunque profondamente diverso da quello portato in scena da Bud Spencer e Terence Hill, che volgari non lo sono mai stati.
I due hanno sempre interpretato personaggi che menavano senza far troppo male, portatori di una comicità innocua. Lungi dal mettere in scena il personaggio del ragioniere che mette le corna alla moglie, hanno sempre incarnato il ruolo di buffi truffatori in un mare di guai che riempiono di cazzottoni i prepotenti e difendono i più deboli. Il loro cinema era rivolto soprattutto alle famiglie (e non a caso Pieraccioni ha recentemente definito Bud Spencer al TG5 come “un personaggio disneyano”).
Se si fa annunciare il remake a De Sica è allora inevitabile che poi suonino mille campanelle d’allarme in testa ai fan del duo: vuoi vedere che la sua presenza nel film significa un cambio di registro e il nuovo Bud Spencer passerà tutto il tempo a tradire la moglie e a scoreggiare alle cene in famiglia?
Se così fosse, si parlerebbe allora di una totale dissacrazione del mito, di un’intollerabile tradimento allo spirito dell’opera originale, ed è di questo che molti fan hanno paura. Ma a tal proposito vorrei tranquillizzare: non siamo legittimati a pensare che questo accada, né a dare per certo che il remake vada ad assumere i toni da cinepanettone (considerando anche che De Sica, tra l’altro, non figura neppure tra i protagonisti).
Se solo il remake l’avesse annunciato qualcun altro probabilmente il pubblico non avrebbe presagito a priori un’infedeltà con il film del 1974 e l’avrebbe accolto meno peggio.
Secondo motivo d'odio per il reboot di Altrimenti ci arrabbiamo
Il secondo motivo d’odio per questo remake non dipende dalla strategia di lancio del film ma è di carattere più generale, e riguarda l’inevitabile scetticismo che ciascuno di noi prova quando salta fuori la notizia che stanno lavorando ad un rimaneggiamento di un film a cui siamo affezionati – e che proprio per questo vedevamo già come perfetto e completo.
Per i fan di Spencer e Hill il discorso vale per Altrimenti ci arrabbiamo (e sarebbe valso per molti altri film del duo) ma gli esempi in questa direzione sono numerosissimi: per attenerci a casi recenti, si consideri il clima d’odio con cui è stato accolto il Ghostbuster del 2016 o il Mamma ho perso l’aereo dello scorso anno.
Magari il remake riuscirà pure ad essere un buon film, e magari dopo lo scetticismo iniziale riuscirà ad ottenere il successo di pubblico e di critica. Ma dire a dei fan di lunga data – in questo caso di Bud Spencer e di Terence Hill – “guarda, prendo una precisa storia a cui ti senti affezionato e vado a cambiarla. Ancora non puoi sapere il modo in cui la cambierò, ma in ogni caso sappi che ci sarà Christian De Sica” non può che suscitare grandi perplessità e pessime reazioni.
A mio parere i franchise storici possono essere sfruttati nel corso del tempo e con successo, ma la strada della riscrittura di film iconici che hanno ancora un grande seguito quasi mai si rivela la scelta adatta. Esistono molte altre strategie che possono incontrare il favore del pubblico e non dare l’impressione di voler correggere e sostituire quello che già c’era prima. Rimanendo sempre al franchise di Spencer e Hill si prenda come esempio il videogioco per console “Slap and Beans” ispirato ai loro film: il primo capitolo ha avuto così successo che qualche settimana fa è stato ufficializzato “Slap and Beans 2”. I feedback? L’86 % dei clienti di Amazon gli ha dato 5 stelle, e nei gruppi facebook sopracitati si parla di questi titoli con toni entusiastici.
Il motivo è chiaro: prodotti di questo tipo non si pongono come riscrittura e sostituzione di qualcosa che già c’era ma si presentano anzi come un’espansione di quelle storie. Invitano lo spettatore a riconoscere vecchi personaggi, temi e situazioni, rinnovano la trama e portano avanti gli eventi, ma non hanno bisogno di correggere il mito originario. Idee di questo tipo in campo cinematografico potrebbero essere gli spin – off o i sequel.
Seppure l’inconsistenza dei personaggi secondari nei film di Spencer e Hill renderebbe poco interessanti degli spin – off dedicati, sono comunque convinto che i fan guarderebbero con molto più interesse veder continuare le avventure dei loro eroi in un sequel animato di Altrimenti ci arrabbiamo! o dei due “Trinità” (animato perchè è l’unico modo di riprendere gli specifici personaggi interpretati da Hill e Spencer, visto che gli attori non sono più disponibili) piuttosto che un rifacimento e una sostituzione del loro mito.
