La donna che canta (2010): il durissimo film di Villeneuve

by Ayyoub
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la donna che canta

La donna che canta è un film del 2010 di Denis Villeneuve. Si ispira ad uno spettacolo dal titolo Incendies, dello scrittore e drammaturgo di origine libanese Wajdi Mouawad.

Il tema de La donna che canta non è, come potrebbe sembrare, la guerra, quanto il cercare di comprendere la storia del male. Nel pezzo teatrale, la guerra è ambientata nel Medio Oriente dei tempi nostri, in un luogo indefinito. Nella pellicola, invece, il luogo del conflitto è ben descritto: si tratta del Libano. Non è causale la scelta registica, poiché rappresenta sia il paese di origine di Mouawad, sia una guerra durata 20 anni, il primo evento di scontro civile – etnico e religioso – in quelle terre. In seguito, a malincuore, lo ritroveremo solo a partire dagli anni 2000 nei paesi di maggioranza musulmana.

Sia il film che lo spettacolo si aprono con la lettura del testamento di Nawal Marwan. Morta a causa di un trauma, nel testamento la madre raccomanda ai figli di cercare un loro fratello. Ciò li sconvolge, così come sconvolge il padre: nessuno, fino a quel momento, sapeva della sua esistenza. La complessa narrazione è preceduta da una serie di mini sequenze. Tra queste, la prima è quasi Manzoniana. Si apre su un paesaggio collinare e attraverso un lento movimento di macchina, si focalizza pian piano sullo sguardo aggressivo di un ragazzo. E’ rivolto al pubblico, come a sfidarlo. La sequenza si conclude con l’inquadratura di tre puntini tatuati sui piedi del ragazzo, a rappresentare forse la triade Hegeliana. Subito dopo assistiamo alla nascita di un bambino, al quale vengono tatuati i medesimi tre puntini. Verrà poi abbandonato dalla madre, contro la sua volontà.

“Il senso filosofico de La donna che canta è rieleggere la tragedia greca ai giorni nostri”

Queste parole d’apertura sono una citazione sofoclea. La madre chiede ai gemelli Jeanne e Simon di essere sepolta nuda, senza bara, dentro una fossa priva d’indicazione nominale. Il regista cita così l’epilogo di Edipo a Colono, per indicare il pensiero della protagonista: “il non essere nati è la cosa migliore”. Nel complesso, il senso filosofico del film è quello di rieleggere la tragedia greca ai giorni nostri, dove le stragi e le guerre hanno come protagonisti gli esseri umani, sia vittime che carnefici. Il passaggio dalla tragedia greca al melodramma novecentesco è segnato dalla presenza del bambino, riconosciuto in seguito dalla madre.

la donna che canta

Una scena teatrale tratta da Incendies.

Terminata la lettura del testamento, sia nel film che nello spettacolo, la narrazione si duplica in una ricerca simmetrica e di stampo sofocleo. Da una parte la madre, che cerca il figlio, avuto da un palestinese successivamente ucciso da suoi fratelli. Dall’altra la figlia, che parte per il Libano alla ricerca del fratello. Ciò rispecchia la novella di Antigone, che va contro il pensiero di suo fratello, caratterizzato nella sceneggiatura teatrale come violento e portatore d’odio nei confronti della madre. L’inizio di questo percorso è accompagnato da due meravigliosi brani dei Radiohead. Queste le note che sottolineano il contrapporsi del silenzio alla continua scoperta del passato della madre.

Nello spettacolo, la pluralità dello spazio e del tempo sono presenti in un’unica scena. Nel film, invece, è rappresentata dall’attrice Mélissa Désormeaux-Poulin, che interpreta sia la figlia, sia Nawal Marwan da giovane. Una perfetta esplicazione dell’infinito ritorno alla tragedia (ritorno del tempo Nietzschiano), della memoria e del sapere.

Le tragedie sembrano far parte di un documentario senza censura. Dall’uccisione del fidanzato, allo schieramento di Nawal contro il proprio credo, per salvare un bambino da un autobus in fiamme. La brutalità caratterizzante una di queste sequenze, tra l’altro, anticipa per freddezza il film American Sniper.

Candidato agli oscar come film straniero, La donna che canta è un film da vedere, senza dubbio tra i migliori nel suo genere.

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Cosa dice la critica:

IMDb: 8,2/10
Rotten Tomatoes: 92% (pubblico: 92%)

 

Titolo italiano: La donna che canta

Totale
8.7/10
8.7/10
  • Trama - 8/10
    8/10
  • Realizzazione - 9/10
    9/10
  • Impatto - 9/10
    9/10

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