Il Cineglossario #2: MacGuffin, Steadicam, piano sequenza, soggettiva, stop motion

Quando sentiamo parlare di cinema ascoltiamo tanti di quei termini che spesso ci sono poco chiari. Modi di dire, concetti, sigle, ecco che arriva il Cineglossario per fare un po’ di chiarezza. Vi ricordate il primo? Ogni settimana 5 termini nuovi e alla fine non cascherete più dalle nuvole. Questa settimana parliamo di: MacGuffin, Steadicam, piano sequenza, soggettiva e stop motion.

MacGuffin

Il Macguffin è un motore per l’azione di una storia che ha importanza per i personaggi. Ma non è importante ai fini dell’evoluzione di una storia e di conseguenza per lo spettatore.

Fu Alfred Hitchcock a coniare questo termine, citandolo nel suo famoso libro intervista con Truffaut:

« Si può immaginare una conversazione tra due uomini su un treno.
L’uno dice all’altro: “Che cos’è quel pacco che ha messo sul portabagagli?”
L’altro: “Ah quello, è un MacGuffin”
Allora il primo: “Che cos’è un MacGuffin?”
L’altro: “È un marchingegno che serve per prendere i leoni sulle montagne Adirondack”[3]
Il primo: “Ma non ci sono leoni sulle Adirondack”
Quindi l’altro conclude: “Bene, allora non è un MacGuffin!”Come vedi, un MacGuffin non è nulla. »
(Il cinema secondo Hitchcock, di François Truffaut)

Il maestro britannico utilizzò più volte questo espediente narrativo. Tra gli esempi più importanti ci sono Psyco ed Intrigo internazionale. In Psyco il MacGuffin è la busta con i 40000 dollari che ruba la protagonista. Il furto dà il via alla storia ma poi non ha più importanza ai fini della narrazione.

In tempi più recenti il MacGuffin più famoso è la valigetta di Pulp Fiction. Non sapremo mai cosa c’è di così importante nella valigetta, ma in fondo neanche ci interessa. E’ anche qui solo un pretesto per dare il via alla storia.

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 Steadicam

Quante volte nei titoli di testa o di coda di un film vi è capitato di leggere nel comparto tecnico il termine Steadicam o Steadicam operator  La steadicam è un supporto meccanico per cineprese. E’ composto da un corpetto che l’operatore indossa a cui è montata la macchina da presa. Questo permette di avere le mani libere per muovere la cinepresa e di correre e seguire l’azione in maniera ravvicinata, mantenendo la ripresa stabile.

Questo sistema fu inventato dall’operatore Garrett Brown negli anni ’70. I primi film in cui fu utilizzata furono: Questa terra è la mia terra, Rocky e Il Maratoneta.

Nel 1978 un nuovo modello migliorato fu usato per Halloween.

Ma fu con Shining che questo attrezzo raggiunse la perfezione tecnica. Senza la Steadicam sarebbe impossibile pensare alle carrellate all’interno dei corridoi dell’Overlook hotel.

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Piano sequenza

Il piano sequenza è una ripresa di una sequenza, di una scena, o in casi estremi di un intero film tramite una sola inquadratura ininterrotta.

Erroneamente a volte si pensa che un piano sequenza debba per forza contenere articolati movimenti di macchina, ma non è così anche una semplice scena di dialogo con gli attori fermi è un piano sequenza.

Un esempio è questa famosa scena di dialogo del film Hunger. La macchina da presa riprende per oltre venti minuti i due personaggi che dialogano senza mai staccare, ma allo stesso tempo rimanendo immobile.

All’opposto il piano sequenza può essere utilizzato per dare fluidità ad una scena. Esempi sono la famosa scena di Quei bravi ragazzi con l’ingresso del protagonista e sua moglie all’interno del locale attraverso le cucine, oppure la scene iniziale di Boogie nights.

Infine il piano sequenza è anche audace sperimentazione registica. Nodo alla gola di Alfred Hitchock è composta da 8 piani sequenza, mentre Arca russa  di Alexander Sokurov è girato in un unico lungo piano sequenza.

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Soggettiva

La soggettiva è una tecnica di ripresa cinematografica che consente allo spettatore di vedere le cose con gli occhi del personaggio, immedesimandosi in lui.

Uno dei maggiori esempi è il film La fuga di Delmer Daves, in cui tutta la prima metà del film riprende in soggettiva la fuga del protagonista dal carcere.

Senza dubbio l’uso maggiormente espressivo di questa tecnica è quello fatto da John Carpenter in Helloween, dove il regista ci fa vivere la scena iniziale attraverso gli occhi di Michael Myers.

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Stop Motion

La stop motion o tecnica a passo uno è una tecnica di animazione che consiste nell’impressionare un fotogramma alla volta gli elementi dell’inquadratura, muovendoli ogni volta, cosicché visto poi a velocità normale si abbia l’impressione del movimento.

E’ una tecnica che in origine veniva usata per realizzare gli effetti speciali. Uno dei maestri fu Ray Harryhausen.

Oggi si usa solamente per realizzare film di animazione. Grande uso ne ha fatto Tim Burton (Nightmare before christmas, La sposa cadavere, Frankenweenie).

Ultimamente un grande appassionato di questa tecnica è Wes Anderson, che l’ha usata in Fantastic Mr. Fox e la userà nel suo prossimo film.

Andrea Croce: Dopo aver visto da bambino al cinema L’ultimo dei Mohicani non ho più smesso di vedere film. Ho cambiato molti lavori, vissuto all’estero ma la dipendenza da grande schermo non mi è mai passata.
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