L’armata Brancaleone (1966): Don Chisciotte dell’Umbria

L’epoca d’oro del Cinema Italiano, sempre ricordata con moti di nostalgia e amarezza, partorì uno dei più conosciuti esempi di film picaresco italiano, dal seme di Mario Monicelli e dall’ovulo del duo di sceneggiatori Age & Scarpelli. Da quel 1966, L’armata Brancaleone è ormai un cult di genere, e ordunque quivvi iosso tosto a favellarvi vo, de lo cavaliero Brancaleone e soi prodi sodali…

La trama de L’armata Brancaleone:

XI secolo. In sella al suo destriero, il cavaliere Brancaleone da Norcia (Vittorio Gassman) guida un’improbabile compagnia di ventura alla conquista di un feudo…

Il film

L’armata Brancaleone è tanto una commedia farsesca quanto un’avventura pseudo storica, con un tocco di epica, e frammentata in tante piccole sequenze, al limite del teatrale, che vedono la compagnia di avventurieri in mille disavventure per raggiungere il castello di Aurocastro in Puglia.

A colpire è sicuramente l’inizio, crudo e grottesco, ad introdurre l’ambientazione Alto Medievale (senza alcuna intenzione di veridicità storica), con un assalto di barbari, orchestrato perfettamente nel suo caos disarticolato.

Poi, lentamente, le atmosfere tese lasciano il posto alla farsa, surreale e iperbolica, sorretta dalla parlata finto medievale, geniale invenzione ideata dagli stessi Monicelli e Age & Scarpelli, e da Vittorio Gassman, che con voce roboante da vita al tragicomico Brancaleone, a metà tra Don Chisciotte e uno folgorato da un fulmine, e sempre accompagnato dal fedele Aquilante, cavallo che sul set veniva dipinto ogni mattina e ripulito ogni sera perché non soffocasse per la vernice (altri tempi per gli animalisti…).

Nonostante il ritmo altalenante, che ha retto poco lo scorrere del tempo, il film ha, all’epoca come oggi, il merito di proporre un’avventura storica e epica, al limite del fantasy grazie ai suoi personaggi surreali e agli incredibili costumi dai colori sgargianti, mentre la lingua parlata, un frullato di latino medievale, dialetti e italiano aulico, le conferisce un’aura di goliardica fiaba per adulti, in cui anche lo sporco e la mestizia del medioevo riprendono vita e forma.

Grande valore del film è anche il resto del cast, tra cui spicca Gian Maria Volontè nelle vesti di Teofilatto.

Tra paesaggi medievali e mistici, tutta farina italiana, asso nella manica del cinema di genere di quegli anni, L’Armata Brancaleone è la perfetta commedia italiana di Monicelli, tragicomicamente leggera, ma anche densa di emozioni all’occorrenza, come nella scena della morte di Abacuc (Carlo Pisacane).

Costumi e cavalli, spade e armature, fossati e ponti di legno sospesi su precipizi. Tutti elementi che, per quanto nella semplicità della messinscena parodistica del’epoca, il cinema di genere oggi si sogna e ai quali dovrebbe tendere ogni fibra del suo essere (ci basta anche Fantaghirò, beh anzi…).

Grande protagonista della pellicola e simbolo di quell’epoca cinematografica, Brancaleone da Norcia è una maschera grottesca, vanaglorioso italiano medio della Commedia dei primi del ‘900, a cui è però impossibile non voler bene.

Se fintunque quivvi giungeste leggitori e leggitrici, a riveder o rescoprir lo film vi esorto, e a sol voce intoniam lo canto

Branca, Branca, Branca! Leon, Leon, Leon!

Consigliato a: gli appassionati della commedia italiana classica, delle ambientazioni pseudo storiche e dell’epica, circa…

Trailer:

Dove recuperarlo?

Cosa dice la critica:

7.9/10

L'Armata Brancaleone (1966)

Titolo italiano: L'armata Brancaleone

Trama: XI secolo. In sella al suo destriero, il cavaliere Brancaleone da Norcia guida un'improbabile compagnia di ventura alla conquista di un feudo...

Paese: Italia

Durata: 120 min.

Regia: Mario Monicelli

Attori: Vittorio Gassman, Gian Maria Volontè

Genere: Avventura, Commedia, Storico, Epico

Totale
7.3/10
7.3/10
  • Trama - 6/10
    6/10
  • Realizzazione - 8/10
    8/10
  • Impatto - 8/10
    8/10
Luke: Solitamente si fa chiamare Luke (ha proprio fantasia da vendere eh). La passione per il cinema lo accompagna dall'adolescenza, da quando curioso su cosa ci fosse oltre lo schermo si è appassionato anche di scrittura
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