The Karate Kid (1984): Per vincere domani.. dai la cera

The Karate Kid è un film del 1984 diretto da John G. Avildsen ed interpretato da Ralph Macchio e Noryuki “Pat” Morita che recupa il filone dei film di arti marziali orfano dell’indimenticabile Bruce Lee, dando un grande impulso alla diffusione delle stesse in tutto l’occidente. Ps: il nome esatto sarebbe “Per vincere domani: The Karate Kid“, ma per ragioni di pudore lo chiameremo solo “The Karate Kid”.

La trama di The Karate Kid

Un giovane ragazzo si trasferisce in California dal New Jersey con la madre vedova. All’inizio le cose sembrano andare bene, si innamora pure di una bella ragazza, ma viene ben presto perseguitato da dei teppisti che oltretutto fanno pure arti marziali. Per fortuna di Daniel (San) LaRusso, interviene il signor Miyagi, un maestro di karate che introdurrà il ragazzo (e noi tutti) ai segreti e alla filosofia delle arti marziali. Seppur di stampo educativo, un film ancora oggi nella storia del cinema, non solo per ragazzi.

Il film

Nella storia del cinema ci sono film che determinano un “punto di non ritorno” e, anche se fa storcere un po’ il naso, il Karate Kid di John G. Avildsen fa parte di questo fortunato elenco. Non dimentichiamo che oltre ad isegnarci a “dare la cera e a togliere la cera” Karate Kid diede vita a due seguiti dell’86 e del ‘89, uno spin-off con Hilary Swank nel 1994, un remake con il figlio di Will Smith e Jackie Chan (2010), una serie tv del 2018 intitolata Cobra Kai, con il ritorno di Ralph Macchio e William Zabka, ed innumerevoli (e discutibili) imitazioni, come “Il ragazzo dal kimono d’oro” del 1987 con un giovanissimo Kim Rossi Stuart e Ken Watanabe (quello de L’ultimo samurai e di Inception). Il tutto oltre alla nomination ai Golden Globe ed ai Premi Oscar. Insomma l’impatto sul cinema è stato notevole.

Quando cammini su strada, se cammini su destra va bene. Se cammini su sinistra, va bene. Se cammini nel mezzo, prima o poi rimani schiacciato come grappolo d’uva.
Karate è stessa cosa, se tu impari Karate va bene. Se non impari Karate va bene.
Se tu impari Karate-Speriamo, ti schiacciano come uva.

Eh già, inutile parlare della trama: semplice, lineare, romantica, di riscatto, made in Usa ecc.. Karate Kid rimarrà nella storia per averci insegnato cos’è il Karate, ma soprattutto a come fare la mossa della Gru. Nessun bullo rimarrà impunito, almeno nei sogni dei ragazzini degli anni ’90.


Con gli occhi di oggi, la storia è già chiara appena Daniel Larusso mette i piedi in quell’appartamentino con ben pochi optional, compresa la sudicia piscina, litiga con la madre vedova, le prende subito dai ragazzacci del quartiere ed intravede la (poco) bella, ma soprattutto ricca.. Ali Mills. Insomma: l’American Dream..
Fatta un ragione di ciò però, si può godere di un bel film, ancora oggi godibile, che strizza l’occhio al Rocky di Stallone, trasformandolo in una versione per ragazzi, basti pensare al protagonista italo-americano, le origini si.. italoamericane, il modo di fare si.. italoamericano, un cattivone molto più grosso e molto più famoso da battere ed un finale col botto, seppur scontato.

Consigliato a chi:

A chi è nato negli anni ’80 e a causa di Karate Kid ha (in questo o in altro ordine): fatto più volte la mossa della gru, si è iscritto ad un corso di Karate, ha combattuto e le ha prese da dei veri bulli (perché un Miyagi noi mica ce lo avevamo), ha tentato di prendere una mosca con delle bacchette cinesi senza riuscirci, sogna di vestirsi un giorno da doccia, e quando lava la macchina non riesce a non pensare a.. “Dai la cera, togli la cera”.

 

Trailer:

Dove recuperarlo?

Cosa dice la critica:

7,2/10

Tomatometer 88%; Audience Score 82%

 

Totale
7.3/10
7.3/10
  • Trama - 7/10
    7/10
  • Realizzazione - 7/10
    7/10
  • Impatto - 8/10
    8/10
Categories: ClassiCult
Max: Laureato in storia ormai troppo tempo fa, trovo nel cinema le stesse potenzialità di poter esplorare mondi inarrivabili, conoscere affascinanti personaggi, percepire sensazioni altrui, ridere, piangere, arrabbiarsi, conoscere e stupirsi, ogni volta in modo diverso. Straordinario è il potersi nutrire, in poche ore, della spacconeria negli occhi di Clint, del nichilismo di Allen, delle provocazioni di von Trier, del Pulp di Tarantino, dell’instabilità di Nicholson, del Whisky di Thomas Shelby, dell'incanto dell'anima di Troisi.
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