Stranger Things: Dio salvi gli anni Ottanta

Stranger Things è riuscita a conquistare stuoli di pubblico entusiasta: non male per qualcosa che era nato senza troppe pretese. Con la recente uscita della seconda stagione di cui parleremo dopo, vediamo come è riuscita a diventare un fenomeno mondiale e a creare delle grosse aspettative per il futuro.

Prima messa in onda: luglio 2016
Puntate: 17
Stagioni: 2-
Rete: Netflix
Autori: I fratelli Duffer
Attori: Winona Ryder, David Harbour, Millie Bobby Brown, Noah Shcnapp, Finn Wolfhard, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin

Siamo negli anni Ottanta, più precisamente nel 1983: dall’ARPAnet nasce Internet, nelle sale esce Star Wars – Il ritorno dello Jedi e in Indiana una tranquilla cittadina viene scossa dalla scomparsa del dodicenne Will Byers.

Gli amici Lucas, Dustin e Mike partono alla sua ricerca imbattendosi in una bambina non troppo chiacchierona e con il numero 011 tatuato sul polso: Undici. Fuggita dal laboratorio Hawkins, è dotata di poteri psicocinetici e per questa sua caratteristica veniva sottoposta a degli esperimenti. Proprio durante uno di quegli esperimenti ha aperto un varco interdimensionale tra il mondo reale e un’altra dimensione: il Sottosopra. Qui abita uno strano mostro detto “demogorgone” che si è preso Will e Barb, l’amica di Nancy, sorella di Mike. Mentre per Barb non c’è alcuna speranza e Nancy cerca giustizia insieme al fratello di Will, la madre di Will, aiutata dallo sceriffo Hopper, riceve segnali dal figlio attraverso la corrente elettrica. I tre gruppi finiranno per unire le forze, sconfiggere il demogorgone e salvare Will.

In Stranger Things niente è lasciato al caso.

Poco prima di scomparire Will gioca a “Dungeons&Dragons” con gli amici nella cantina di Mike. Perde contro il demogorgone e ironia della sorte, viene rapito da un mostro sulla via di casa. Ecco che D&D si trasforma da semplice GDR a metafora di comprensione per i ragazzi. Undici capovolge il tabellone del gioco per spiegare la nuova dimensione (ecco perché Sottosopra) e il rapitore di Will viene identificato come il demogorgone.
Il Sottosopra quindi altro non è che un mondo parallelo più tetro, con radici tentacolari che si diramano in ogni direzione, viscidume ovunque e nebbia. Attorno a lui ruotano i vari personaggi dal carattere ben definito, ognuno con un ruolo preciso ai fini della trama, persino la povera Barb, vittima sacrificale. Tutti sono protagonisti allo stesso modo e Undici è la chiave per l’epilogo della trama, con una sola digressione: la sua storia all’interno del laboratorio di Hawkins.

Ci sono vari fattori che hanno reso Stranger Things un enorme successo. La trama fantascientifica dai risvolti horror è sicuramente il primo elemento. Ci sono poi le incredibili doti attoriali dei piccoli interpreti, che hanno influito nella caratterizzazione dei personaggi e infine i gloriosi anni Ottanta.

Il merito è dei fratelli Duffer. Non sono nuovi al panorama seriale (ideatori e creatori di quattro episodi di Wayward Pines) e per Stranger Things hanno voluto omaggiare la letteratura e il cinema di fantascienza dell’epoca, facendo citazioni continue sia nella promozione della serie che nella serie stessa (ET, Stand By Me, Incontri ravvicinati del terzo tipo). I costumi, i riferimenti alla cultura pop e la colonna sonora strizzano l’occhio ai nostalgici del periodo, senza però renderne meno autentica la sua riuscita complessiva.

 E la seconda stagione?

Ci eravamo lasciati con Undici che scompariva nel Sottosopra e Will che vomitava grossi lumaconi viscidi, residuo della sua visita nel soprannaturale.


A distanza di un anno, Will continua a vedere il Sottosopra. Al posto del demogorgone distrutto da Undici, subentra una nuova entità mostruosa, identificata e compresa sempre grazie al gioco preferito dei ragazzi: D&D. I rapporti all’interno del gruppo vacillano e Undici deve fare i conti con il suo passato.

Non solo horror.

Gli eventi e le evoluzioni dei personaggi passano in primo piano rispetto all’epoca. I richiami al Sottosopra sono inevitabili e la sua provenienza sarà destinata a rimanere avvolta nel mistero ancora a lungo. Conosciamo meglio i nostri beniamini, attraverso le loro case e le loro famiglie e li vediamo lentamente crescere. Dustin e Lucas sono alla prese con le loro prime cotte adolescenziali e Mike, già cotto dalla scorsa stagione, sente la mancanza di Undici. Vediamo Joyce abbandonare progressivamente lo status di madre apprensiva per il bene del proprio figlio e Steve cedere il posto a un nuovo bulletto, stringendo insolite alleanze con i ragazzi. Undici capisce il suo posto nel mondo, ma la sua storia (unica digressione e forse trattata troppo velocemente) è tutta da scoprire.

C’è anche lo spazio per nuovi personaggi come Billy, sua sorella Maxine “Max” e il nuovo interesse amoroso di Joyce, Bob (un bravissimo Sean Astin che strizza l’occhio a I Goonies e che non era abbastanza soddisfatto di essere sopravvissuto a Monte Fato).

La seconda stagione di Stranger Things era attesissima. Anticipata addirittura da un videgioco per smartphone in pieno stile anni Ottanta e da una promozione come solo quelli di Netflix sanno fare (Milano, il Sottosopra e Dustin al numero 34823214929), possiamo dire che non ha di certo deluso le aspettative.
Uscita il 27 ottobre su Netflix,  neanche a dirlo getta le basi per una terza stagione, già in produzione.

Se non avete ancora guardato la seconda stagione fatelo prima che diventi un gigantesco spoiler e se non avete ancora guardato nemmeno la prima, rimediate immediatamente.

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Per coloro che hanno visto la prima, sappiate che verrà fatta giustizia per Barb.

 

Ilaria: Figlia di quegli anni '90 che hanno partorito le boyband, ma anche Twin Peaks. Cinefila in erba, musicista di giorno e divoratrice di serie tv la notte
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