The Avengers – Agenti speciali (1998): orsetti, spie e Sean Connery

Condivide il titolo con un recente blockbuster di grande successo, ma è uno dei tanti fallimentari action degli anni ’90, spesso dimenticato o ricordato solo per essere uno dei peggiori film della storia.
In realtà, in The Avengers diretto da Jeremiah S. Chechik (regista attivo negli anni ’90 e poi scomparso, chissà come mai), vi sono scintille interessanti (non molte, ma ci sono), e alcune sono prodotte dal gonnellino scozzese del buon Sean Connery.

La trama di The Avengers:

Londra. Il clima sembra impazzito e l’Agenzia spionistica inglese incarica John Steed (Ralph Fiennes) di scoprire chi e cosa vi sia dietro, con l’aiuto della meteorologa Emma Peel (Uma Thurman)…

Il film

Piccolo passo indietro. Il film nasce come adattamento della serie televisiva britannica The Avengers (Agente Speciale da noi), un vero cult degli anni ’60, grazie al suo stile irriverente e psichedelico. Ovviamente a fine millennio l’idea non è in mano agli inglesi, ma ad Hollywood, e così Warner Bros. pensa bene di farne un film ad alto budget, forse per ricordare vagamente la Saga Bondiana. Ben presto il ruolo del villain ricade su Sean Connery, che in quegli anni si divertiva a demolirsi la carriera con film trash di dubbio gusto.

Il film, però, subisce il peggio in fase di post produzione. Le proiezioni preliminari mandano in stato d’allarme la Warner, che decide di accorciare in sala di montaggio la durata del film. Il lavoro di taglia e cuci è più un’eviscerazione, che toglie al film quasi un’ora. Preannunciata catastrofe, il film approda nelle sale e il resto è (non) storia…

Un Ralph Fiennes in bombetta, completo e orologio da taschino accompagna lo spettatore in un’avventura spionistica ingenuamente classica, condita da siparietti comici conditi di tensione sessuale tra lui e il personaggio di Uma Thurman (qui totalmente spaesata e a volte goffa), mentre la pacata colonna sonora ricorda prepotentemente la serie cinematografica spionistica più famosa.

Tra tecnologie futuribili abbastanza kitsch, buoni effetti decenti (che dimostrano lo spropositato budget) e droni ape killer, il film ricorda continuamente la sua natura di action anni ’90. Ma grazie a questi aspetti e a scenografie bizzarramente surreali (merito dell’ispirazione alla serie), un pessimo film dalla regia e sceneggiatura sconclusionate e mediocri, può comunque offrire un motivo per essere recuperato, anche per la sua brevissima durata, in una piacevole serata trash.

E se non credete a queste parole penso che un’immagine di The Avengers possa farvi cambiare idea…

Un’impassibile Ralph Fiennes in pieno stile british è forse una delle poche note totalmente positive del film, insieme alla megalomania del villain scozzese (tranquillo Sean, La Lega degli Uomini Straordinari è stato peggio), mentre il personaggio di Uma Thurman (esteticamente identico alla Vedova Nera targata Marvel) si destreggia tra acrobazie poco plausibili, tutine aderenti e battute sessiste. Menzione speciale per Fiona Shaw, specializzata in personaggi meschini e ambigui già prima di Zia Petunia in Harry Potter.

L’altro vero motivo per cui questo film non deve totalmente scomparire nell’oblio del peggio del Cinema è la canzone dei titoli di coda, poco conosciuta, introvabile ma incredibilmente bondiana, Storm, cantata da Grace Jones.

Consigliato a: agli appassionati di film di spionaggio, di Sean Connery, e del sano trash anni ’90.

Trailer:

Dove recuperarlo?

Cosa dice la critica:

3.8/10

15%