Jumanji – The Next Level (2019): storia di un’amicizia

Le cose cambiano. Le persone invecchiano. Perché non si può vivere cristallizzati nel tempo, come in un videogioco? Ah, ma non era un film di intrattenimento? Bingo.
Questi sono solo alcuni dei temi alla base di Jumanji The Next Level, diretto da Jake Kasdan, film che sorprende quasi più del suo predecessore, anche grazie al suo affiatatissimo cast.

La trama di Jumanji – The Next Level:

Dopo alcuni anni dalla loro prima avventura nel videogioco, Spencer, Anthony, Martha e Bethany si ritrovano, loro malgrado, di nuovo alle prese con i pericoli di Jumanji e con le abilità degli avatar del gioco…

Il film

Già Welcome To  The Jungle aveva sorpreso tutti, grazie al suo mix di azione, divertimento e tematiche di spessore perfette per un pubblico giovane.

Il tutto risultava ancora più inaspettato partendo dalla premessa che fosse un sequel/reboot del Jumanji cult con Robin Williams, film d’avventura pieno di difetti ma spielberghiano nei toni, e per il team assemblato per il film, da un folle Jack Black, al possente Dwayne Johnson e al basso e lamentoso Kevin Hart, senza dimenticare la cazzuta Karen Gillan e il sorprendente Nick Jonas (tanto buona la sua interpretazione quanto interessante il segmento di trama a lui dedicato).

Jumanji ebbe poi un’intuizione riuscitissima: trasformare un gruppo di attori riconoscibili in avatar da videogioco, dei veri e propri stereotipi viventi, sia per estetica che per carattere.

Avevi un gruppo alla Breakfast Club, un’avventura di formazione, dei cliché da ribaltare e su cui giocare per divertire. La formula per un film di intrattenimento calibratissimo. Il film è un successo e decidi quindi di replicare la formula. Azzardo, disastro? No, geniale. Commercialmente vantaggioso, ma creativamente ancora più soddisfacente.

Perché in meno di due anni, The Rock (ormai macchina produttiva impareggiabile nell’ambito del cinema americano d’intrattenimento) e soci, sono riusciti a confezionare un film esageratamente avventuroso, divertente, che mischia nuovamente le carte rispetto al suo predecessore, che strizza l’occhio ai fan del primo e in grado, inoltre, di toccare corde emotive inattese per un prodotto simile (e riguarda addirittura un cavallo).

Ottimi effetti visivi, una colonna sonora entusiasmante, un villain uscito di peso da un fantasy (e infatti è interpretato da Rory “Il Mastino” McCann), e un cast che si è palesemente divertito un mondo, sono solo alcuni degli ingredienti che rendono The Next Level un esempio perfetto di un sequel che non perde nulla rispetto ai predecessori, ma che, anzi, ha ancora tanto da regalare.

Avere poi dalla propria Danny De Vito e Danny Glover (nonostante i due restino in scena davvero poco) ha dato una spinta unica a livello narrativo. Questo perché sono Johnson e Hart ad avere il compito di recitare con le movenze dei personaggi dei due Danny (e di conseguenza con i modi degli attori stessi).

Ed è da qui che nasce l’elemento più “drammatico” dell’intero film, che solo verso la fine gioca le sue carte dimostrandosi per ciò che è realmente: la storia, commovente, di una vecchia amicizia.

Aggiungendo una tematica simile, il film da semplice intrattenimento per adolescenti, passa a rivolgersi ai giovani adulti, alle prese con le paranoie legate all’invecchiamento, ai cambiamenti della vita e all’ineluttabilità del tutto. In un film in cui dei ragazzini diventano degli avventurieri entrando in un videogioco.

Al netto poi del cast “stabile” veramente in ottima forma, a sorprendere veramente è Awkwafina, la rapper di origini cinesi che regala un’interpretazione piena di movenze da slapstick comedy.

Non ci sarebbe altro da aggiungere se non di fare attenzione alla scena a metà dei titoli di coda, che promette sviluppi classici ma interessanti per quello che è ormai un franchise a tutti gli effetti. Il piede è sull’acceleratore dell’intrattenimento, si spera solo di non perdere il controllo.

Consigliato a: agli amanti delle avventure, dei videogames, e del cast di bricconi del precedente Jumanji.

Trailer:

Cosa dice la critica:

7.0/10

71% – 87%