I cento passi (2000): la storia di Peppino Impastato

by Max
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I cento passi è un film del 2000, diretto da Marco Tullio Giordana ed interpretato da Luigi Lo Cascio, dedicato alla vita di Peppino Impastato, simbolo della lotta civica alla mafia.

La trama de I cento passi

Cento passi separano la casa di Peppino Impastato da quella di Tano Badalamenti, il boss locale. Peppino, fin da bambino capì che la distanza che lo separava dalla mafia era molto più lunga e decise di lottare, anche contro la sua stessa famiglia.

Il film

Roma, 9 maggio 1978, Cinisi (Sicilia), 9 maggio 1978. Due cadaveri vengono ritrovati in questo triste giorno nel nostro paese. Il primo e più famoso è quello di Aldo Moro (tra l’altro vi ricordiamo il bellissimo film di Bellocchio di cui parliamo qui), esponente del governo Dc di Giulio Andreotti, che dopo essere stato rapito dalle Brigate Rosse venne ucciso e fatto trovare nella famosa Renault 4 rossa in via Caetani a Roma.

Mentre l’opinione pubblica venne fortemente colpita da questo brutale fatto di violenza politica (in piena linea con i tempi), passò in secondo piano l’uccisione di un giovane sindacalista siciliano, di nome Peppino Impastato, impegnato da tempo a contrastare la mafia non solo nel suo territorio, ma addirittura nella mentalità della sua famiglia (per i collegamenti tra stato-mafia-Dc-sicilia vedere il favoloso film di Pif “La mafia uccide solo d’estate”).

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Il film I cento passi segue la vita di colui che diventerà la prima bandiera della lotta alla mafia in Sicilia e come i suoi successori ne pagherà anche il prezzo. Peppino fin da bambino entra in contatto con quella che sembra essere una grande e vivace famiglia, ma che al suo interno conserva intimi legami con quell’innominabile entità che è la mafia, essenza che non si vede (ma dov’è? chiedono sprezzanti i diretti interessati) ma è ovunque.

 

Cento passi ci sono da casa nostra, cento passi! Vivi nella stessa strada, prendi il caffè nello stesso bar, alla fine ti sembrano come te!

 

Se ne renderà conto molto presto quando assisterà ad un vuoto comizio di un pittore comunista, di nome Stefano Venuti, che in piazza cerca di aprire le menti della gente che, nascosta e quindi “non presente”, ascolta. Unici in piazza, Peppino e lo zio (Don Cesare Mancella), che ha uno scontro con il pittore che lo avverte di essere stato lasciato solo. Pochi giorni dopo, lo zio verrà ucciso dalla classica bomba in un auto.

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Peppino viene portato a credere che fossero i comunisti a cercare di uccidere i membri della sua famiglia in quanto borghesi,. ma ben presto capisce che si è trattato di uno dei tanti scontri di potere. È il ‘68 e Peppino si avvicina, ironia della sorte, da parente di mafiosi a leader maximo del pensiero social comunista della sua Cinisi (località vicina a Palermo),. ne interpreta i valori, ne espone gli ideali in piazza tra la gente, combatte con parole e fatti la mafia. Ma ciò che li viene più difficile è combattere le sue origini, combattere il padre.

 

“Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene!IIo voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda!PIo voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare… prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce!

Prima di non accorgerci più di niente!”
(tratto da “I cento passi“, Feltrinelli)

 

È un po’ lo specchio di quella che è la lotta alla mafia ancora oggi, essa non sarà sconfitta ne dalle istituzioni (e su questo non apriamo scomode finestre), ne dalle autorità, nemmeno dai tanti comizi. Essa sarà sconfitta solo da noi stessi, dalla rivoluzione verso il nostro modo di pensare ed agire,. verso i nostri cari, i nostri amici, quel laissez-faire che fa spesso rima con omertà.

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Peppino e i suoi compagni realizzeranno una radio (Radio Aut), un giornale, apriranno circoli ed alla fine deciderà di candidarsi. con la Democrazia Proletaria, pochi mesi prima di essere assassinato. Le autorità parleranno di “incidente sul lavoro, tentativo di attentato fallito o suicidio”, il classico depistaggio a cui avremmo assistito ahinoi molti anni dopo, nella strage di via D’Amelio. Ma questa (non) è un’altra storia.

Dopo vent’anni la Procura di Palermo aprirà il caso contro Tano Badalamenti come mandante dell’assassinio, condannato dalla corte d’Assise all’ergastolo. Il processo sul depistaggio è invece tuttora in corso. Per ulteriori info “Wikimafia“.

 

Consigliato a: A chi vuole recuperare una parte (oscura ma fondamentale) della nostra storia.

Trailer:

Dove recuperarlo?

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Cosa dice la critica:

I cento passi (2000): la storia di Peppino Impastato 10 7,6/10
I cento passi (2000): la storia di Peppino Impastato 11 90%

 

Totale
8.3/10
8.3/10
  • Trama - 8/10
    8/10
  • Realizzazione - 8/10
    8/10
  • Impatto - 9/10
    9/10

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