Tanto tempo fa, in un cinema lontano lontano…
Dopo una lunga e inaspettata attesa, la saga cinematografica di Star Wars (coffcoff, degli Skywalker) sta per giungere a conclusione. Sorvolando su dissapori, grandi ritorni e altrettanto grossi problemi narrativi, la nuova trilogia made in Disney termina con L’Ascesa di Skywalker. Quanti sono questi Skywalker? Chi? E perché? Questo ve lo lasciamo scoprire in sala, con quel piacere, misto a trepidazione e nostalgia, che ci, e vi, porterà ancora una volta in quella galassia lontana lontana…
Ma prima, un breve viaggio nel viale dei ricordi a riscoprire e ricordare tutti i capitoli della saga ideata da papà George (e non solo), in una classifica volubile e simbolica degli episodi più riusciti. Per noi.
10. Episodio II – L’attacco dei Cloni (2002):
E si parte subito con la vera nota dolente, capitolo fondamentale e di vera transizione dell’amata/odiata Trilogia Prequel, interamente scritta ed elaborata da George Lucas, tra i più noiosi della saga.
Un film con ottimi momenti, dall’indagine di Obi-Wan che lo porta ai clonatori di Kamino e a scontrarsi con Jango Fett, fino alla battaglia nell’arena sul pianeta Geonosis (i cui effetti visivi hanno risentito parecchio il passare degli anni), stroncato dalla pigra scrittura di Lucas e dalla sottotrama romantica dedicata ad Anakin e Padmé.
Almeno ha introdotto le Guerre dei Cloni…
9. Episodio VI – Il ritorno dello Jedi (1983):
Il finale epico ed elettrizzante (ah! pensa che risate l’Imperatore) della Trilogia Classica. Il capitolo che “non è bellissimo ma non è certo brutto”. Insomma, un film sicuramente pieno di ottimi momenti (Luke al palazzo di Jabba the Hutt su tutti), ma nel complesso privo del carisma di altri suoi illustri colleghi, che si perde troppo in una battaglia priva della giusta drammaticità (tranne per il destino di Anakin, ovviamente). E no, tranquilli, gli Ewoks sono carini…
8. Episodio VIII – Gli ultimi Jedi (2017):
L’episodio della discordia. Un film splendido visivamente, pienamente frutto del suo autore (Rian Johnson). Rompe i clichè narrativi della saga, gioca con gli appassionati, tradendoli per innovarsi, ma risultando incoerente e scostante rispetto al predecessore, sbagliando dove un capitolo di intermezzo dovrebbe puntare tutto. Non distruggere, stravolgere quello sì, ma per aprire la strada ad un finale prima non visibile all’orizzonte.
Tra caratterizzazioni scialbe, motivazioni insensate e provocazioni, Gli Ultimi Jedi con grande spettacolo ha fatto chiedere a molti, perplessi, cosa li attendesse dopo…
7. Episodio I – La minaccia fantasma (1999):
Il film più odiato, atteso e sofferto di tutta la saga. Un grande ed epocale ritorno che caricò troppo di aspettative gli appassionati che non vedevano l’ora di respirare le stesse atmosfere della Trilogia Classica. Ma per quello c’era appunto la Trilogia Classica. E George Lucas, bene o male, sapeva di dover cambiare ed esplorare altro. Anakin Skywalker, l’Ordine Jedi, Obi-Wan Kenobi e soprattutto Qui-Gon Jinn (sempre sia lodato).
Tra alieni giamaicani e bambini petulanti ma brillanti alla guida di navette, un film pieno di difetti da riscoprire senza preconcetti. E con uno dei duelli tra spade laser più belli di sempre (grazie anche a quel bel faccino di Darth Maul/Ray Park)…
6. Episodio VII – Il risveglio della Forza (2015):
“C’è stato un risveglio? L’hai percepito?” (e non era la peperonata del giorno prima).
A dieci anni dalla conclusione della saga di Lucas, la Disney approdava nelle sale con “il suo” Star Wars, o per lo meno con quello di J.J.Abrams, puntando sulla facile nostalgia dei fan storici, ancora delusi dalla Prequel. Un film che omaggia e celebra la storia che fu, a volte restando nell’ombra di Una Nuova Speranza, andando a scomodare i protagonisti della Trilogia Classica 30 anni dopo le loro avventure.
Con una morte illustre (Ford lo voleva da anni), un antagonista ambiguo e sfaccettato, e una protagonista intrigante, un inizio trilogia non esaltante ma convincente. Peccato che le sue premesse siano andate a schiantarsi contro la dura realtà della “trilogia con soggetto base non concordato”.
5. Solo – a Star Wars Story (2018):
Per uno Han Solo che ci lasciava, uno “nuovo” si presentava a noi. Con Solo, la Disney era al suo secondo film “antologico”, ambientato nell’Universo di Star Wars e non parte integrante della Saga principale.
Nonostante problemi produttivi non di poco conto, e scelte di casting non totalmente riuscite (Emilia, mi riferisco anche a te), il film si dimostra un’avventura scanzonata e divertente, con un giovane Han non sempre in parte, interessantissima per l’ambientazione western e per i piccoli e grandi riferimenti esterni alla saga cinematografica (Universo Espanso, a breve tocca a te)
4. Rogue One – a Star Wars Story (2016):
Il primo esperimento di spin-off in salsa Disney è, invece, un film solidissimo e pieno di immagini potenti. Ed è bizzarro pensarlo di un film che nasce come spunto da un buco di sceneggiatura di Episodio IV.
Perché Rogue One si innesta perfettamente, anche per atmosfere e stili, tra la Trilogia Classica e quella Prequel, grazie all’ottima regia di Gareth Edwards e al bilanciato cast. Peccato solo per i personaggi “carne da macello”…
Ormai giunti ai primi posti della classifica, è tempo di fare alcune menzioni speciali, andando a scomodare le serie televisive che, rientranti nel Canone della Saga, imperversano sui nostri schermi fin dal 2008.
-Star Wars The Clone Wars:
Una serie per ragazzi che non è una serie per ragazzi. Uno sguardo a 360 gradi su tutti gli anfratti dell’universo ideato da George Lucas, mentre si esplorano gli eventi di quelle Guerre dei Cloni innescate da Episodio II. Una serie, in CGI, migliorata e maturata di stagione in stagione, che ha ripescato idee scartate dello stesso George, e dall’Universo Espanso di storie non più canoniche (se il Darth Maul vivo e vegeto in Solo vi ha confusi è qui che dovete cercar risposta), sotto la direzione di Dave Filoni.
Per gli appassionati, uno degli apici della Saga.
8.1/10
-Rebels:
La risposta in salsa nostalgia della Disney a Clone Wars. Meno riuscita a livello narrativo e visivo, una serie che intrattiene, fa felici i fan della trilogia classica, e riesce anche a concludere alcune trame in sospeso da The Clone Wars.
8.0/10
-The Mandalorian
La prima serie live action di Star Wars, curata da John Favreau e Dave Filoni, riprende le atmosfere starwarsiane più pure (intese come stile Lucas) troppe volte edulcorate, regalandoci (per quel poco che si è visto al momento) un prodotto dagli effetti visivi gargantueschi e da atmosfere a metà tra un western e un film di samurai (oltre ad essere fortemente ispirata al manga Lone Wolf and Cub).
Imperdibile.
3. Episodio IV – Una Nuova Speranza (1977):
Il primo, sgangherato e ingenuo film della Saga, con il suo ritmo calibratissimo, la sua mescolanza tra fantasy e fantascienza, tra macchiette e personaggi secondari dai character design che conquistano al primo sguardo. Una pellicola che ha subito lo scorrere del tempo, ma che (anche grazie alle costanti modifiche di Lucas per svecchiarne gli effetti visivi) si difende benissimo tutt’oggi.
E con un villain come lui come si potrebbe fare altrimenti?
2. Episodio V – L’Impero Colpisce Ancora (1980):
Al secondo posto ecco invece il film che non invecchia, il solidissimo capitolo di intermezzo della Trilogia Classica, con i suoi colpi di scena storici, le ambientazioni memorabili (Yoda, ma puliscila un po’ questa palude, che diamine) e la drammaticità da kolossal.
1. Episodio III – La Vendetta dei Sith (2005)
Al primo posto di questa nostra personalissima classifica, il film che mette spesso d’accordo i fan della Trilogia Classica e quelli della Prequel. L’ultimo tassello della lunga epopea nella mente di Lucas fin dal 1977. Lo scontro tra Fratelli, la caduta del Prescelto e l’eterna dannazione.
La Vendetta dei Sith, il capitolo prequel più riuscito, nonostante i soliti problemi di George alla sceneggiatura e la sua quasi totale incapacità di dirigere gli attori, è messo in scena come una pièce teatrale, un dramma shakespeariano che porta a compimento la narrazione politica (zoppicante ma interessante) imbastita da Lucas.
Gli Atti che scandiscono la narrazione raccontano in 2 ore la fine di un conflitto, la nascita di un nuovo ordine e la perdita (quasi definitiva) di ogni speranza, con l’accompagnamento mastodontico della colonna sonora di John Williams, qui ancora più essenziale e preponderante che in altre pellicole della Saga, ricollegandosi infine senza troppe sbavature a quella originaria Nuova Speranza.
E adesso? Con timore o con aspettative, con disinteresse o con trasporto, è il momento di concludere questo lungo viaggio, con il capitolo finale di una nuova trilogia fin qui troppo scostante per poter essere valutata obiettivamente. Forse il tempo farà chiarezza.
Benvenuto, L’Ascesa di Skywalker, ti stavamo aspettando…