Tempi Moderni (1936): l’industrializzazione umana

by Lorenzo
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Tempi Moderni (Modern Times) è un film del 1936 scritto, diretto e interpretato Charlie Chaplin.

La trama di Tempi Moderni

L’operaio Charlot, addetto alla catena di montaggio di una fabbrica, a causa dei forsennati ritmi di lavoro perde il controllo e impazzisce; una volta dimesso dall’ospedale va alla ricerca di un nuovo impiego, ma per sbaglio viene scambiato per un sovversivo e finisce in prigione. Tornato in libertà, Charlot si imbatte in una povera ragazza che ruba per sfamare la propria famiglia e la salva dal carcere.

Tempi Moderni (1936): l'industrializzazione umana 6

Il film

È il 1934 quando Chaplin inizia la stesura di Tempi Moderni. L’idea è quella di raccontare il rapporto tra l’uomo e la modernità, criticando i meccanismi di macchina di montaggio, e portare sotto i riflettori gli operai impoveriti e lasciati ai margini della società a causa della grande depressione.
Chaplin ha da sempre voluto dare spazio agli “ultimi” e il suo vagabondo e l’ultimo degli ultimi, che porta nel cuore sensibilità, dolcezza, malinconia e quel pizzico di geniale furbizia esaltata dall’assurdo delle gag.

“Chaplin confeziona fondamentalmente un film a sketch senza creare tempi morti o ridondanza”

Nonostante Chaplin avesse già l’intenzione di scostarsi dai film muti, temeva che il suo vagabondo avrebbe perso la poesia che lo caratterizzava. Tempi Moderni mantiene quindi la struttura muta dei personaggi, non includendo mai dei veri dialoghi, ma inserendo per la prima volta dei contenuti audio sincronizzati alle immagini come trasmissioni radiofoniche o la famosissima canzone Je cherche après Titine (conosciuta anche come Io cerco la Titina o Nonsense Song).

Il film inoltre è caratterizzato dall’immediatezza e la naturalezza o, al contrario, dall’assurdità delle gag. Non c’è gag nel film che non sia, a modo suo, un cult. Si parte dal l’assurdità della catena di montaggio sempre più veloce, dove il vagabondo deve stringere due bulloni, e della alla scena del pasto automatizzato, ovvero la quasi tortura dell’uomo a favore del progresso. Si ha poi il crollo psichico dell’operaio e l’iconica scena con l’operaio che naviga tra gli ingranaggi. Poi le gag in prigione e l’essere scambiato per un manifestante sovversivo. C’è la scena sui pattini al centro commerciale (vedete qui sotto quale e come è stata girata, in un tempo in cui gli effetti speciali erano scarsi) e le gag legate alla casa/catapecchia. Le nuove gag legate al lavoro in fabbrica come aiuto ispettore e l’esperienza come cameriere e cantante.


Il bello di queste gag è che non sono mai fine a se stesse, ma servono a Chaplin a raccontare la sua storia, a far emozionare, ridere e lasciare un pizzico di malinconia. In questi “tempi moderni”, non è la macchina al servizio dell’uomo, ma il contrario. Il lavoro non nobilita l’uomo, non gli regala “dignità”, ma al contrario ne è strappato da essa ed è schiavo degli orari lavorativi e dei più ricchi.

Con Tempi Moderni (e con gran parte dei suoi film in generale) Chaplin confeziona fondamentalmente un film a sketch senza creare tempi morti o ridondanza nell’inserire certe scene. Le immagini accompagnano la narrazione, forte anche dell’assenza dei dialoghi, senza annoiare.

Tempi Moderni è un vero capolavoro al tempo come oggi”

Ma a cosa può portare tanta fatica, sofferenza e sacrificio? Solo il futuro può dirlo. E il futuro è laggiù oltre l’orizzonte.

Tempi Moderni (1936): l'industrializzazione umana 7

Consigliato…

se volete emozionarvi con un film senza tempo di uno dei maestri assoluti del cinema.

Sconsigliato…

se non sostenete l’idea di un film muto.

Trailer:

Cosa dice la critica:

Tempi Moderni (1936): l'industrializzazione umana 8 8,5/10
Tempi Moderni (1936): l'industrializzazione umana 9 100% – 95%

Totale
9.3/10
9.3/10
  • Trama - 8/10
    8/10
  • Realizzazione - 10/10
    10/10
  • Impatto - 10/10
    10/10

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