Una cosa di sinistra: il cinema e i film di Nanni Moretti

by Aaron
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C’era una volta il cinema italiano. C’è oggi un cinema che cerca di andare avanti (rari casi), uno fossilizzato su certi generi standardizzati e uno che imita lo stile del passato. Eppure c’è un cinema italiano più difficile da incasellare e di cui fanno parte anche i film di Nanni Moretti.

C’è chi ha visto almeno un suo film, chi li ha visti tutti, chi lo odia perchè troppo “autore intellettuale”, chi perchè troppo politico e chi lo ama per la sua capacità di differenziarsi. Al di là di tutto, ad uno sguardo attento, risulta davvero difficile non cogliere l’importanza del suo lavoro nel panorama cinematografico italiano.


Il cinema di Nanni Moretti


Spesso Nanni Moretti è stato identificato come regista di sinistra. Nei suoi film si parla tanto di politica e specialmente della politica del PCI, più avanti del centro-sinistra. Ma anche alcuni concetti successivi sono più indirizzabili nell’area ideologica di sinistra. Eppure sarebbe fuorviante ritenere i film di Nanni Moretti dei film politici.

Forse perchè pur toccando temi politici non parlano esattamente di quello. Ma allora di che cosa parlano i film di Nanni Moretti?

A ragione in molti considerano il suo un cinema autoreferenziale e molto autobiografico. Nanni Moretti parla di sé nei suoi film, ma carica i suoi protagonisti sono anche modelli sociali su cui è caricato il peso di riflessioni e concetti.

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In effetti è difficile non considerare il cinema di Nanni Moretti, almeno nella prima parte della sua filmografia, un cinema di concetti (attenzione, non un cinema concettuale!). La narrazione non ha una struttura classica, spesso la trama è composta da micro-episodi legati tra loro, o sequenze completamente slegate.

Guardare uno dei primi film di Nanni Moretti è come scrutare nella mente di un essere umano nel pieno dei suoi pensieri o dei suoi sogni

Spesso onirici e surreali i suoi film mettono sempre al centro della scena la crisi d’identità umana ed un senso di inadeguatezza. Una crisi che non è solamente quella dello stesso regista/attore, ma è uno specchio della società.

Lo stile è simile a poco altro. All’interno del cinema italiano i primi film di Moretti sono un caso eccezionale. Tant’è che nel suo cinema la critica al film italiano contemporaneo è onnipresente e non risparmia nessuno. Nanni Moretti non è intenzionato a rispettare i canoni, anzi, ci gioca. Nei suoi film la quarta parete viene spesso rotta, il contatto con il pubblico è ricercato oppure è indiretto e alcune volte funge da sottile critica ad alcune convenzioni. Geniale ad esempio una scena del suo primo film, Io sono un autarchico.

Il protagonista Michele Apicella si ritrova in una serie di situazioni non sempre collegate tra loro, ma mai in un ambiente lavorativo. Verso il finale del film c’è una breve telefonata in cui il Michele/Nanni dice al padre di lasciargli il “solito assegno mensile da 200.000” come ogni mese. Dopo la telefonata il protagonista si rivolge all’amico presente in scena dicendo “perchè casomai qualcuno si chiedesse questo come vive, chi lo mantiene, ha una casa e non lavora”. Ovviamente la scena è rivolta a tappare un buco di sceneggiatura e zittire il pubblico.


I film di Nanni Moretti


Proprio per questo, caso molto raro, i film di Nanni Moretti andrebbero addirittura visti in senso cronologico, in modo da cogliere quel filo logico che li attraversa iniziando dall’epocale cambiamento della società italiana del dopo ’68. La generazione dei post-sessantottini non ha più un’identità solida, sente il peso di una responsabilità che non sa come valorizzare. Si tratta di una crisi ben rappresentata nei primi film di Moretti: Io sono un autarchico ed Ecce Bombo.

Al centro di entrambi c’è un gruppo di giovani adulti che tentano di orientarsi in una società in cui non riescono a riconoscesi come gruppo. La perdita dell’orientamento (in Ecce Bombo è letterale quando il gruppo va a Ostia per vedere l’alba senza rendersi conto che il sole sorge sulla costa opposta) va di pari passo alla messa in discussione di ogni valore (la famiglia, il cinema, il teatro, il rapporto con l’altro sesso, la politica…).

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La maggior parte di questi elementi verranno ripresi uno ad uno nei successivi film di Nanni Moretti con maggiore focalizzazione. In Sogni d’oro per esempio per quello che riguarda il cinema, in La messa è finita i rapporti famigliari, in Palombella rossa la politica, in Bianca il rapporto con l’altro sesso.

A casa mia succedono cose strane… le piante… io le annaffio ma loro muoiono lo stesso… la frutta marcisce… i muri… sembra che avanzino…

L’intervallo di tempo tra Palombella rossa ed il film successivo di Nanni Moretti vede un importante momento storico: lo scandalo di Tangentopoli ed il crollo dei partiti tradizionali. Una frammentazione che si riscontra (casualmente?) nel film successivo del regista. Ecco che quindi Caro Diario, del 1993, interiorizza le riflessioni del protagonista in modo talmente marcato da diventare quasi un documentario. Il film si svolge ad episodi e per la prima volta Moretti è protagonista come sè stesso.

Con il film Aprile si prosegue la strada semi-documentaristica e personale del regista/attore ma si ritorna ad una riflessione politica post-tangentopoli. Aprile è probabilmente il film più direttamente politico di Nanni Moretti.

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Una nuova svolta arriva dopo il cambio di millennio. Da La stanza del figlio in poi i film di Nanni Moretti sembrano quasi delle dediche ad alcuni fantasmi personali. La paura di perdere un figlio ne La stanza del figlio, la paura di perdere la propria vocazione in Habemus Papam, la perdita di un genitore in Mia Madre. Nel mezzo di questi lavori spunta anche una coraggiosa rilettura di un mito della società italiana post anni ’80 quale Silvio Berlusconi, nel film Il caimano.

Nonostante le onnipresenti riflessioni personali del regista, i film di Nanni Moretti rimangono uno specchio della società italiana talmente efficaci nella loro introspezione da essere spesso premonitori al di là dei loro intenti (Habemus Papam, Il caimano).

Nanni Moretti è un autore da scoprire e riscoprire e molti dei suoi film sono indubbiamente dei classici immancabili per ogni cinefilo che voglia sondare la cinematografia italiana.


Filmografia di Nanni Moretti


Io sono un autarchico (1976)

Trama

Michele ed i suoi amici sono coinvolti nella realizzazione di uno spettacolo di teatro sperimentale, mentre ognuno fa i conti con le riflessioni quotidiane.

La scena cult

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Ecce bombo (1978)

Trama

Frammenti di vita di un gruppo di giovani adulti nella Roma di fine anni ’70, con uno sguardo ai rapporti familiari e sentimentali del protagonista Michele.

La scena cult

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Sogni d’oro (1981)

Trama

Le vicende del giovane regista Michele Apicella che tenta di affermarsi come autore con l’obiettivo di realizzare un film su Freud.

La scena cult

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Bianca (1984)

Trama

Michele è un solitario che passa la sua vita scrutando ed intervenendo nelle vite degli amici e dei conoscenti, senza porsi in modo attivo nella propria. Si innamorerà di Bianca, una professoressa di francese.

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La messa è finita (1985)

Trama

Don Giulio torna a Roma per sostituire un prete e cerca di aiutare i suoi famigliari a risolvere i loro problemi. Non sarà così semplice.

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Palombella rossa (1989)

Trama

Un giocatore di pallanuoto ed esponente del PCI perde improvvisamente la memoria e ricostruisce pian piano i ricordi della sua carriera politica e sportiva.

La scena cult

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Caro diario (1993)

Trama

Tre episodi con protagonista lo stesso Moretti, divisi tra riflessioni cinematografiche, televisive ed una possibile malattia.

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Aprile (1998)

Trama

Il centro-sinistra vince le elezioni e nasce il primo figlio di Nanni Moretti. Lui decide di fare un documentario sull’Italia.

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La stanza del figlio (2001)

Trama

La morte di un figlio ha ripercussioni su un’intera famiglia, che cerca il modo per andare avanti.

La scena cult

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Il caimano (2006)

Trama

Un regista decide di girare un film su Berlusconi, ma non sarà così semplice.

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Habemus papam (2011)

Trama

Un cardinale viene nominato papa, ma appena assunto l’incarico ha una profonda crisi di vocazione. Viene assunto uno psicanalista per aiutarlo.

La scena cult

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Mia madre (2015)

Trama

Margherita sta girando un film importante con una star internazionale. Allo stesso tempo deve prendersi cura della madre malata insieme al fratello.

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