Donnie Darko e l’universo tangente: l’impatto di un film leggendario

by Aaron
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donnie darko

Era il 2004  e Donnie Darko era già uscito da 3 anni negli Stati Uniti. All’epoca avevo 17 anni, in Italia le connessioni veloci di internet cominciavano a prendere piede e diventava più facile reperire informazioni. Eravamo comunque ben lontani dall’immediatezza dei social network e per scriverci online usavamo MSN Messenger. Non esisteva Whatsapp e neppure gli smartphone. Con i nostri telefoni cellulari ci scrivevamo sms, sempre con parsimonia perchè costavano!

I cinefili del 2004 potevano contare su qualche sito web tematico (io usavo FilmUp che non era male all’epoca) o sulle riviste cartacee. Avevo scoperto Donnie Darko sulla rivista Ciak di agosto dove se ne parlava così:

“…divenuto subito un supercult degli appassioanti di esoterismo e fantascienza,

col suo melange di misticismo, realtà multiple, libero arbitrio e predestinazione.

Proiettato di notte in molte città Usa, ora esce dalla clandestinità e rinasce a nuova vita…”

Il film era diretto da un regista mai sentito prima, Richard Kelly, ed interpretato da Jake Gyllenhaal, un attore che avevo scoperto nel film The Day After Tomorrow, uscito qualche mese prima. Il resto del cast comprendeva Jena Malone, che ricordavo principalmente per Nemiche amiche (con Julia Roberts e Susan Sarandon) e altri nomi più conosciuti come Drew Barrymore e Patrick Swayze.

“Donnie Darko sembra il nome di un supereroe”

Ero rimasto subito incuriosito dal film. Ciak ne riparlò il mese seguente. La versione Director’s Cut era stata presentata alla Mostra cinematografica di Venezia ed era annunciata un’uscita al cinema a novembre. Nell’articolo di Ciak era presente anche l’url del sito ufficiale del film, che prontamente avevo digitato online. Il risultato fu entusiasmante. Avevano creato un sito web interattivo che rendeva ancora più misterioso il film. Dopo un’attenta ricerca sono riuscito a recuperare quel sito, lo potete visitare QUI.

donnie darko

Quello che venne fatto con Donnie Darko fu un ottimo lavoro per creare mistero attorno al film. Ma il mistero faceva parte anche dell’intera pellicola che non risultava per nulla facile da comprendere. Sarà per questo che alla sua uscita nel 2001, all’indomani dell’11 settembre, il film fu un vero e proprio flop incassando poco più di 500.000 dollari negli Stati Uniti. Certo è che chi l’aveva visto ne era rimasto affascinato e iniziò un passaparola che fece scoprire Donnie Darko ad un pubblico sempre più vasto durante le proiezioni notturne nelle sale.

Ero rimasto talmente colpito dall’aura intorno al film che lo avevo recuperato in lingua originale e senza sottotitoli tramite canali alternativi. La versione era quella originale, non la director’s cut e ne rimasi davvero affascinato.

Cellar Door

La trama la conosciamo ormai tutti:

Siamo nel 1988 e Donnie Darko è un teenager problematico che abita in una piccola cittadina americana. Una notte esce di casa seguendo uno strano coniglio gigante ed evita un motore di aereo che precipita proprio sulla sua stanza da letto. Il coniglio lo avverte che il mondo finirà entro 28 giorni.

Al di là dell’originalità della storia in Donnie Darko c’è una cura maniacale per i dettagli, con lo scopo di creare un universo cinematografico immersivo. I personaggi sono talmente curati che ognuno potrebbe avere il proprio spin-off. Oltre a questo c’è un ottimo lavoro di sceneggiatura e anche i dialoghi in alcuni casi colpiscono per la loro assurda spontaneità (quello sui Puffi sembra scritto da Tarantino). Si aggiunge una colonna sonora stupenda che mescola ottimi brani anni ’80 con delle splendide tracce originali.

28 : 06 : 42 : 12

Donnie Darko è un bel film (la rivista Empire l’aveva inserito al secondo posto tra i più importanti film indipendenti di sempre) e probabilmente il suo fascino deriva proprio dalla sua complessità. Non è una pellicola da guardare quando si è stanchi e merita di essere visto più di una volta. Soprattutto è interessante vederlo in entrambe le versioni, prima quella cinematografica e poi la Director’s cut.

donnie darko

Le maggiori aggiunte di questa seconda versione riguardano sostanzialmente la spiegazione di quello che sta succedendo. La maggior parte delle scene della Director’s Cut riguarda approfondimenti sul libro nominato nel film “The Philosophy of time travel” di Roberta Sparrow. Sicuramente queste scene aiutano a vederci un po’ meglio, ma alla fine qualunque riflessione sul significato del film rimane personale. Una vera spiegazione ufficiale non c’è, ma ce n’è una ufficiosa che è molto valida.

“Perchè indossi quello stupido costume da coniglio?”

Il regista e sceneggiatore Richard Kelly sembra ragionare come un programmatore informatico. L’universo, lo spazio e il tempo vengono considerati come il programma di un computer. Può nascere un errore che verrà continuamente ripetuto finchè qualcuno non lo correggerà. Di seguito la spiegazione:

Cliccando qui possibile spoiler
L’universo di Donnie subisce un “danno” nel momento in cui un motore di un aereo cade nella sua stanza. Il motore crea un paradosso, un secondo universo ed un loop continuo. Il nuovo universo “tangente” è quello in cui prosegue la storia del film. Il coniglio Frank è una sorta di guida che ha la possibilità, essendo morto nel futuro, di assistere Donnie nel passato. Lo scopo è di portare il protagonista (che è una sorta di prescelto) a compiere le azioni necessarie per far sì che accada quello che deve accadere (Frank deve morire e il motore dell’aereo deve cadere). Ovviamente, data la consapevolezza di Donnie, l’intero processo si ripeterà all’infinito a meno che lui non lo blocchi sul nascere, rimanendo nella sua stanza quando il motore cade.
donnie darko

L’universo reale e l’universo tangente

La trama è davvero complicata e sembra quasi ricordare la trilogia di Matrix. Ad ogni modo il fascino del film sta proprio in questo e ne fa uno dei migliori film di sempre sui viaggi nel tempo (qui una classifica. Ad oggi la versione cinematografica di Donnie Darko è facilmente recuperabile anche in digital streaming, mentre la Director’s Cut è fuori catalogo in Italia. Si spera in una futura riedizione!

PS: ho volutamente evitato di parlare dell’esistenza del “sequel” S. Darko, perchè è una merda.

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