#Venezia74: recensione di Downsizing di Alexander Payne

by Paolo Sticcotti
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Downsizing Gli Acchiappafilm

Downsizing apre la 74 Mostra

30 Agosto, Lido di Venezia.
L’apertura della settantaquattresima mostra del cinema è affidata ad Alessandro Borghi. Il padrino della Mostra presenta le giurie e annuncia i film in concorso a una sala grande gremita di figure di spicco della politica e dello spettacolo.
Il primo film in concorso è Downsizing, diretto da Alexander Payne e interpretato da un abilissimo Matt Damon, che attraversa il Red Carpet abbagliato dai fotografi e invocato dal pubblico. Downsizing si basa su un’idea tanto semplice quanto aperta ai più variegati sviluppi narrativi. Uno scienziato norvegese riesce a ridurre gli essere umani, trasformando un uomo di un metro e ottanta in una persona di 12 centimetri di altezza.
Perché? Perché creando comunità di persone “ridotte” si minimizzano i consumi permettendo all’umanità di frenare il fenomeno dei cambiamenti climatici, salvando il mondo da distruzione certa.

Downsizing si concentra sulle tematiche ambientali

Il futuro distopico di Downsizing si scopre un’idea coinvolgente e interessante nei primi minuti di pellicola. Offre innumerevoli possibili sviluppi nella trama e desta nello spettatore il desiderio di sapere cosa sta per succedere, incollandolo allo schermo.
Matt Damon è Paul Safranek, un americano in difficoltà economiche che sceglie di ridursi insieme alla moglie. Può così ricominciare una vita dove una villa con piscina (in scala) costa 54 dollari. Il suo piccolo patrimonio del mondo reale acquisisce un potere d’acquisto straordinario. Tutto questo benessere dei ridotti è spesso criticato di chi ha scelto di restare in “dimensioni reali” guardando i primi come una classe di privilegiati, che non contribuisce alla ricchezza del paese e che anzi ne riduce il potere economico.

Un dialogo tra Paul Safranek e il barista del bar dove ha organizzato un ultimo saluto agli amici non ridotti apre un possibile sviluppo molto interessante, quando il barista chiede al protagonista interpretato da Matt Damon per quale motivo i ridotti dovrebbero avere diritto di voto. Non contribuiscono alla ricchezza del paese; vivono in metropoli ricavate da poco più di 500 metri quadrati di terreno, completamente distaccati dal mondo esterno. Questo apre un possibile scenario di tensione tra il mondo dei ridotti e quello normale, che però non viene più sviluppato nel corso della trama.
Stessa cosa si può dire della questione economica e del rapporto tra Paul e la moglie, che cade nel dimenticatoio della sceneggiatura di Alexander Payne.

La vita dei “ridotti”

Il film sceglie invece di raccontare la vita di Paul Safranek  e del suo vicino di casa interpretato da Christoph Waltz. Solo nel finale, che lascia un po’ a desiderare, si concentra su tematiche ambientali. Downsizing è un film dalla notevole fotografia e grandi interpretazioni, ma con una sceneggiatura che non si capisce spesso dove vuole andare a parare. Inoltre, per quanto possa lasciare fino all’ultimo con il fiato sospeso, presenta svolte di trama spesso fuori luogo. Downsizing non è un brutto film, uscirà nelle sale americane il 22 dicembre e seguirà in Italia, vale abbondantemente il prezzo del biglietto. L’appunto è di altro tipo: dalla Mostra del Cinema di Venezia ci si aspetta qualcosa di più in apertura, specie considerando i precedenti degli anni passati come Birdman, Gravity e lo scorso La La Land, pellicole con le quali Downsizing non può reggere il paragone.