Il corvo (1994): non può piovere per sempre

by Aaron
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film il corvo

Parlare del film Il corvo – The Crow del 1994 diretto da Alex Proyas è come parlare della pizza. Tutti sanno cos’è, ma

La trama de Il corvo

La notte prima di Halloween il musicista Eric Draven viene ucciso insieme alla sua fidanzata. Un anno dopo Eric torna in vita e cerca vendetta. Ora è immortale.

Il film

Aggiungere altro sarebbe superfluo. Il corvo è un cult assoluto per numerosi motivi. Quando uscì al cinema avevo solo 7 anni, ma ricordo ancora l’aura leggendaria che aleggiava intorno a questo titolo. Principalmente per un motivo, ma sarebbe riduttivo limitare il film a questo. Durante la produzione un tragico incidente provocò la morte del protagonista Brandon Lee, figlio del grande Bruce Lee. Una pistola non era stata controllata bene ed un proiettile lo colpì ferendolo gravemente durante le riprese di una scena. Poche ore dopo Brandon Lee morì. Sicuramente questo episodio contribuì a rendere Il corvo un cult. Ancora di più quella sensazione di maledizione che si portava dietro la famiglia Lee (con la misteriosa morte di Bruce). Ma sono ben altri i motivi per apprezzare il film.

Nel film Il corvo si raggiunge l’apice del dark gothic anni ’90

Il corvo segue quel filone dark anarcoide iniziato durante gli anni ’80. Probabilmente un’evoluzione dei brutali polizieschi anni ’70 e di un certo cinema di Carpenter. Sono film senza tempo con città dominate dalla violenza di bande di ladri e assassini e gettate nell’anarchia. Un filone che si è prestato a diverse contaminazioni durante gli anni ’80 avvicinandosi alla fantascienza verso la fine del decennio. Si pensi a RoboCop per esempio. Difficile non trovare alcune somiglianze tra il film di Verhoeven ed Il corvo. Gli anni ’90 hanno attenuato il fenomeno virandolo ad un cinema più fantastico e più punk. Waterworld e i Batman di Schumacher potrebbero benissimo essere considerati la decadenza ed il punto di chiusura del fenomeno.

film il corvo

Il corvo nasce nel mezzo basandosi su un fumetto di James O’Barr. Sfrutta ottimamente quei filoni cinematografici creando un’opera affascinante e d’impatto. Pur assunto ad emblema della cultura dark, Il corvo non nasconde comunque un’anima commerciale. Il film cerca la compiacenza del pubblico adolescente elevando a protagonista un musicista rock e facendolo diventare un giustiziere. Costumi, musiche (dai The Cure ai Pantera) e regia si ispirano ai videoclip musicali di quegli anni con molta consapevolezza. La stessa trama, che certa disattenzione potrebbe portare a considere quasi satanista, è tutt’altro. Anzi, c’è quasi una deriva cristologica con Eric Draven risorto (in una scena ha pure delle simil-stimmate) ed immerso in una costante pioggia purificatrice. Ma si tratta di simbolismo facile e probabilmente è solo uno scherzo. Ovvi sono invece i riferimenti alla letteratura gotica più celebre, quella di Edgar Allan Poe.

“Non può piovere per sempre”

Alex Proyas è alla sua prima regia importante. Fuori dagli USA aveva diretto un film indipentente. Comunque proviene dalla pubblicità e dal mondo della musica e si vede. La sua regia è moderna, alla continua ricerca della coolness (o figaggine) dell’immagine. E crea diverse scene indimenticabili: Eric che torna nell’appartamento e si aggrappa alla finestra rotta; il corvo disegnato con il fuoco; la corsa sui tetti. Ciò che personalmente mi colpisce ancora oggi sono le inquadrature a volo d’uccello sulla città, realizzate in modo fantastico. L’oscurità è costante e Proyas ne fa un punto di forza. A livello scenografico farà di meglio solo con il suo film successivo, Dark City.

film il corvo

Sarebbe poi sbagliato ricordare Brandon Lee solo per la sua morte accidentale. Il suo lavoro sul personaggio è strabiliante. La mimica nei movimenti e nelle espressioni di Eric (il cui volto è costantemente ricoperto dal trucco) è perfetta e d’impatto. Sembra ispirarsi a qualche personaggio da film muto. Non vorrei dire una cazzata, ma mi ha ricordato il Joker di Ledger in The Dark Knight. Possibile che Ledger abbia guardato anche a lui?

Comunque la sua performance è in grado di offuscare quelle del resto del cast. Eppure abbiamo un attore come Michael Wincott nei panni del villain, mentre Ernie Hudson (il mitico Ghostbuster nero) è il sergente Albrecht.

Insomma ci sono tantissimi motivi per considerare Il corvo un vero cult. Va aggiunto che a distanza di 23 anni si lascia ancora guardare con gusto, con pochi cali di ritmo.

Alcune curiosità:

  • Per terminare il film furono necessari 8 milioni di dollari. Il budget iniziale risultò raddoppiato in pratica. Alla fine però il film incassò circa 170 milioni di dollari.
  • Per ultimare le scene di Brandon Lee vennero utilizzate controfigure, ma anche la CGI. Al giorno d’oggi è normale l’utilizzo del computer, ma all’epoca era in pieno sviluppo.
  • Nel film Eric è strettamente legato al corvo. Quando l’animale viene ferito Eric perde i suoi poteri. Nel fumetto questo legame non esiste.
  • Ha 3 sequel, uno più brutto dell’altro.

Consigliato a: agli amanti del dark, dei film cyberpunk e delle atmosfere carpenteriane e burtoniane

Trailer:

Dove recuperarlo:

just watch

Cosa dice la critica:

imdb 7,6/10
rotten tomatoes 82%

Totale
8.2/10
8.2/10
  • Trama - 8/10
    8/10
  • Realizzazione - 8.5/10
    8.5/10
  • Impatto - 8/10
    8/10
User Review
  • Sending
    Trama
  • Sending
    Realizzazione
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    Impatto

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