Un coro di voci si è sollevato dichiarando “poteva essere meglio” o “non regge il confronto”. Ma davvero cosa ci si aspettava e com’è questo Kong: Skull Island?
Il film è ambientato nel 1973 in una situazione critica per l’America. La guerra in Vietnam ha avuto esiti disastrosi e le truppe si stanno ritirando. Nixon è il presidente e siamo in piena Guerra Fredda. In questo contesto prende il via una missione verso un’isola sconosciuta del Pacifico, appena rivelata dai radar. Una missione che dovrebbe essere scientifica, ma che in realtà nasconde ben altri scopi. C’è anche una breve premessa ambientata 30 anni prima, ma non sveliamo nulla.
Kong: Skull Island ha una costruzione abbastanza classica, seguendo la classica struttura da film d’avventura. C’è un mistero e una missione per rivelarlo; per la missione viene assemblata una squadra di personaggi eterogenei. Ci sono degli scienziati, dei governativi, dei militari, un cacciatore e una fotografa. C’è tanta avventura, strani mostri, molta azione e anche una buona dose d’ironia. La domanda sorge spontanea: cosa non va bene?
“Kong: Skull Island è un film d’avventura classico, ricco d’azione”
Innanzitutto bisognerebbe capire cosa ci si aspettava. Sapendo che avrebbe fatto parte di un nuovo MonsterUniverse insieme all’ultimo Godzilla sinceramente non mi aspettavo proprio nulla. Non so voi. Chi si aspettava un nuovo King Kong probabilmente non aveva capito un piffero. Giacché fin dal titolo Kong: Skull Island sottolinea che si tratta di altro, è inutile fare paragoni con i vecchi King Kong. Compreso il film di Peter Jackson. Eliminata questa aspettativa e con la consapevolezza di essere davanti ad un monster movie realizzato con lo scopo di far combattere un giorno lo scimmione contro l’iguana cresciutella, dovevamo davvero aspettarci un capolavoro?
Personalmente ho trovato Kong: Skull Island un buon film d’avventura, con molto ritmo e la quasi totale assenza di tempi morti. C’è costanza nell’alternare scoperte, combattimenti, dialoghi e approfondimento dei personaggi. Questi ultimi fortunatamente non sono ridicoli (come ritengo fossero nell’ultimo Godzilla). Certo, i personaggi non sono ridicoli, ma non sono neanche il punto forte del film. La grossa pecca di Kong: Skull Island è quella di aver affidato i ruoli chiave a due attoroni di prima categoria e non averli saputi utilizzare al meglio. Infatti il cacciatore interpretato da Tom Hiddleston e la fotografa interpretata da Brie Larson risultano davvero poco caratterizzati, in alcuni passaggi quasi inutili. Per carità, si capisce di aver davanti due ottimi attori, ma non si capisce a cosa servissero in questo contesto. Soprattutto con una sceneggiatura che non li valorizza.
“Alcuni personaggi sono poco approfonditi, ma le interpretazioni sono solide e convincenti”
Ci sono anche degli ottimi personaggi però. Il soldato interpretato da John C. Reilly è sicuramente l’asso vincente su cui il film sembra puntare. Ironico e un po’ folle è forse il personaggio meglio caratterizzato di Kong: Skull Island e in ogni occasione in cui è presente ruba la scena. A lui si aggiungono il tenente Packard intepretato da un fantastico Samuel L. Jackson. Questo villain del film, per quanto stereotipato rimane comunque molto convincente. A loro aggiungerei il soldato Cole, interpretato da Shea Whigham (ottimo caratterista ancora troppo poco sfruttato nel cinema), che riesce a guadagnarsi più volte l’attenzione.
Ciò che importa principalmente al film è di sballottare i suoi personaggi in una situazione incredibile in cui sembra impossibile sopravvivere. Allo stesso tempo si preoccupa di sottolineare ancora una volta (come già in Godzilla) che il “mostro” non è quello che pensiamo. Alla Obi-Wan Kenobi “Questo non è il mostro che state cercando”. Certo, spesso risulta banale e alcune scene sono un po’ ridicole, ma non credo potesse essere altrimenti. Lo ripeto ancora una volta, si tratta di un film d’avventura un po’ alla Il mondo perduto – Jurassic Park.
Non aspettatevi un rapporto profondo tra Kong e la bella di turno e neanche le drammatiche scalate all’Empire State Building. Questo non è quel tipo di film. È una lotta per la sopravvivenza in un territorio inesplorato.
In definitiva il regista Jordan Vogt-Roberts colleziona un buon film che sa intrattenere. Senza grandi pretese, Kong: Skull Island non annoia e dovrebbe far trascorrere due ore divertenti a qualunque tipo di pubblico. Ovvio, difficilmente verrà annesso tra i classici del genere.
Voto nostro: 7,2
78%
7,2
Totale
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Trama - 7.2/10
7.2/10
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Realizzazione - 7.2/10
7.2/10
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Impatto - 7.2/10
7.2/10