The OA: La trappola magica di Netflix

Parliamo di The OA, la chiacchierata, amata o poco compresa nuova serie tv targata Netflix.

Come spesso si è scritto, The OA richiede pazienza, dedizione, apertura mentale e alla fine pure un vero e proprio atto di fede. Arrivata zitta zitta (al contrario delle iper pubblicizzate Stranger Things e Westworld) ha guadagnato lentamente ma inesorabilmente spazio nella critica grazie alla sua originalità (a dir poco).

La serie è tutto fuorché classica, ignora fin da principio le più semplici regole della narrazione, tant’è che qualunque tentativo di raccontarla sarebbe vano, vi do solo un incipit dei primi 20 minuti: tutto comincia con una ripresa di uno smartphone da parte di un ragazzino, bloccato in macchina all’ora di punta su un non meglio identificato ponte americano. Ad un certo punto sbuca una ragazza bionda, si gira, lo guarda e si lancia nel vuoto. Sopravvivrà e verrà fuori che si tratta di Prairie Johnson, ragazza cieca scomparsa da 7 anni.
Dopo un’ora ecco che arrivano i titoli di testa, ogni puntata avrà una durata diversa ed in linea generale anche un filo conduttore diverso.

 

Ruoterà tutto intorno a quei 7 anni, all’effetto che questi hanno avuto su Prairie e al messaggio che Prairie stessa ha per noi. E qui mi fermo, perché si tratta di un concetto che (se ci arriverete), coglierete solo nelle ultime 3 puntate (forse e annaspando non poco).Credo infatti che, per quanto lenta, la serie funzioni non tanto grazie alla trama o agli attori (comunque bravi, specie la protagonista, produttrice e autrice Brit Marling) ma a livello emotivo, il senso di distacco e di confusione che vi trasmetterà è lo stesso che prova Prairie una volta ritornata nel mondo reale.. Non si sa dove si sta andando, non si è proprio sicuri di voler proseguire, ma ormai la musica è partita tanto vale ballare, anche se si è ciechi..

VOTO: 7,6
In rete (anche tra gli addetti ai lavori) c’è chi gli ha dato 2 e chi 10, sinceramente io non me la sento ne di lodarla ne di disprezzarla, credo in piena sincerità che si tratti di un’interessante evoluzione delle serie tv e va premiata, tuttavia mi ha lasciato una stanchezza addosso che ci vorranno mesi per smaltirla..
Totale
7.6/10
7.6/10
  • Trama - 7.6/10
    7.6/10
  • Realizzazione - 7.6/10
    7.6/10
  • Impatto - 7.6/10
    7.6/10
Max: Laureato in storia ormai troppo tempo fa, trovo nel cinema le stesse potenzialità di poter esplorare mondi inarrivabili, conoscere affascinanti personaggi, percepire sensazioni altrui, ridere, piangere, arrabbiarsi, conoscere e stupirsi, ogni volta in modo diverso. Straordinario è il potersi nutrire, in poche ore, della spacconeria negli occhi di Clint, del nichilismo di Allen, delle provocazioni di von Trier, del Pulp di Tarantino, dell’instabilità di Nicholson, del Whisky di Thomas Shelby, dell'incanto dell'anima di Troisi.
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