Paterson (2016): l’incredibile poesia della banalità

by Martino
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Paterson parla poco, guida l’autobus 23 della cittadina di Paterson, tutte le mattine si sveglia “magicamente” grazie al suo orologio da polso senza sveglia, scrive poesie sul taccuino segreto, vive con la sua compagna Laura ed il suo cane Marvin, raddrizza la cassetta delle lettere tornando a casa e la sera va da Doc a bere e sentire storie; i giorni si susseguono senza che nulla cambi, ma ogni giorno tutto è diverso.

Ave atque vale!

Se mai avete scritto poesie, o se vi piace leggerne, ecco un film da non perdere assolutamente..

Una pellicola decisamente curata in ogni minimo dettaglio, con una maestria che, a tratti, può risultare addirittura stucchevole, un ritmo calmo e cadenzato, scandito dal passare dei giorni della settimana, dalle poesie che Paterson compone sul suo “taccuino segreto” e dal confronto sempre vivo e presente tra il reale ed il surreale nelle vicende di tutti i giorni.

La fotografia e la sceneggiatura sono ricchissime di dettagli e finezze che si rimandano l’uno all’altra (es: trovate, se riuscite, tutti i gemelli); per non parlare delle numerose citazioni letterarie, e non, all’interno del film..

(basti pensare che il poeta preferito dal Paterson jarmuschiano è William Carlos Williams, che alla cittadina di Paterson, New Jersey, dedicò un poema in cinque volumi)

La storia gira intorno alla quotidianità della vita di questo personaggio, che spesso appare al limite dell’indolenza e dell’apatia, senza mai caderci pienamente, e della sua compagna, totalmente squilibrata a confronto con lui; i due giovani vivono una vita semplice ed abitudinaria, nonostante le aspirazioni di successo di Laura, ma è proprio attraverso la “banalità” del quotidiano che Jim Jarmusch vuole farci cogliere le bellezze e la poesia della vita, senza far mancare una serie sostanziosa di trovate comiche e piacevolmente surreali.
Specialmente nella prima metà del film possiamo godere di un uso godibilmente tecnico e raffinato della camera, mentre la colonna sonora rimane un invisibile sottofondo per tutte le quasi due ore di film.
Buona la recitazione dei protagonisti Adam Driver e Golshifteh Farahani (pure se i doppiatori, in particolar modo quello di Driver lasciano abbastanza a desiderare), un’opera delicata (forse un poco indietro di sale) scritta e diretta da Jim Jarmusch, che ha anche curato l’edizione italiana per non tradire il contenuto artistico nella traduzione (ad esempio le poesie che vengono lette le vediamo in sovraimpressione in inglese, meno male, dato che il doppiaggio italiano risulta, al solito, ben troppo creativo)..

Per la serie: odore di cinema intellettuale

Titolo italiano: Paterson

Totale
7.7/10
7.7/10
  • Trama - 7.7/10
    7.7/10
  • Realizzazione - 7.7/10
    7.7/10
  • Impatto - 7.7/10
    7.7/10

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