Collateral Beauty (2016): una recensione controcorrente

by Alessandro
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Howard è il manager di maggior successo di una grande azienda pubblicitaria. Colpito dalla tragedia della morte della figlia di sei anni, non riesce a tornare a vivere. I suoi tre migliori amici e colleghi di lunga data vengono a sapere di una sua corrispondenza letteraria con il Tempo, l’Amore e la Morte. Decidono dunque di agire per tentare di riportare Howard alla normalità.

Trattare argomenti delicati, quali la morte di un figlio, si dimostra esser sempre una lama a doppio taglio; cercare un approccio più diretto, col rischio di cadere nella banalità, o rifugiarsi in escamotage allusivi, col pericolo di non essere sufficientemente chiari e comprensibili.

Collateral Beauty, diretto da David Frankel (ricordato da tutti per Il Diavolo veste Prada) e con Will Smith nei panni del protagonista, è un film che brancola nella borderline a cavallo tra commedia e tragedia. Scelta stilistica fortemente criticata dalla critica (perdonate il gioco di parole), poichè ritenuta elemento chiave di un’opera melensa e superficiale.

Al contrario penso che la scelta di regia sia volta a spingere il fruitore a dare un carattere al film, senza necessariamente dover rispettare i canoni proposti dal film stesso. Una sorta di finale aperto, che in realtà si protrae per tutto il film.

Da segnalare però un aspetto indifendibile del film, ovvero il “primo tempo”. Lento, a tratti superfluo ed insopportabile. Sarà stato voluto, con lo scopo di abbassare le aspettative degli spettatori?

Perchè è esattamente ciò che è successo a me; la seconda parte della pellicola, infatti, tiene incollati allo schermo, crea due colpi di scena, uno scontato, l’altro del tutto imprevedibile, e viene arricchita da dialoghi quasi socratici tra Howard e le tre figure (Tempo, Amore, Morte).

Un recitato nell’interpretazione, con una canonica Helen Mirren, uno sperimentale Jacob Latimore ed una più sciapa Keira Knightley.
Buona la scelta della colonna sonora e di un’atmosfera natalizia di una New York piuttosto atipica.

Nel complesso quindi un film che consiglio fortemente di vedere, con la piena coscienza, però, del fatto che non stiamo andando in contro ad un classico film strappalacrime da standing ovation, bensì con la spensieratezza di chi vuole trascorrere un’ora e mezza di sorprendente riflessione.

Titolo italiano: Collateral Beauty

Totale
7.7/10
7.7/10
  • Trama - 7.7/10
    7.7/10
  • Realizzazione - 7.7/10
    7.7/10
  • Impatto - 7.7/10
    7.7/10

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