Lights Out (2016): un horror sulla paura ancestrale del buio

Quando Rebecca  realizza che suo fratello minore Martin sta vivendo un periodo complicato a causa della loro bizzarra madre Sophie decide di ospitarlo nel suo appartamento, ben presto però si rende conto che ciò che accade va ben oltre il razionale.

Un’entità terrificante torna, dopo anni, ad impadronirsi della vita di una vecchia conoscenza e ricordo dopo ricordo tutte le tessere del puzzle sembrano finalmente poter
tornare al loro posto, anche se tutto ciò non è necessariamente un bene per Rebecca. Basteranno fari, lampade a led, interruttori ed una forte motivazione per annientare i fantasmi del passato una volta per tutte? La risposta, come spesso accade in questo genere di film potremmo scovarla in quel posto affascinante chiamato mente.

David F. Sandberg, per Lights Out,  prende spunto dal suo corto low-budget  da oltre dodici milioni di visualizzazioni  diventato virale e girato in terra svedese, il risultato è un horror velocissimo ed almeno inizialmente intrigante che ha però, durante la sua cavalcata, momenti di down probabilmente dovuti al fatto di voler estremizzare il concetto di “paura dell’uomo nero”.

I dialoghi sono oggettivamente poveri, gli effetti speciali un po’ a buon mercato, ma la tensione non ne risente grazie alla buona recitazione degli interpreti che garantisce al pubblico di provare empatia per quello che, tutto sommato, può essere considerato un discreto debutto cinematografico, merito probabilmente delle preziose indicazioni di un maestro come James Wan (The conjuring) producer in Lights Out.

Dove vederlo: è incluso nell’abbonamento Infinity fino al 29 dicembre. Poi noleggiabile o acquistabile su numerose piattaforme digitali.

Titolo italiano: Lights Out

Totale
6.5/10
6.5/10
  • Trama - 6.5/10
    6.5/10
  • Realizzazione - 6.5/10
    6.5/10
  • Impatto - 6.5/10
    6.5/10
Categories: Recensioni
Adriano:
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